Anche per le coppie di fatto, in Italia, è possibile la separazione dei beni?
Le separazione dei beni è una procedura che si attua in caso di divorzio, tra due coniugi, per sciogliere un precedente accordo di comunione dei beni. La comunione dei beni, nel nostro Paese, può essere attuata solo tra coniugi, di conseguenza anche la separazione dei beni è preclusa alle coppie di fatto. Tuttavia, è possibile stilare un accordo contrattuale per accomunare gli acquisti effettuati nel corso di una convivenza. Vediamo insieme che cosa significa.
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Il contratto di convivenza
Attraverso un accordo contrattuale, due conviventi possono stabilire che tutti i beni acquistati (il divano, il frigo, l’arredamento della casa, eccetera) nel periodo in cui sono state insieme (da una certa data in poi) sono di proprietà di entrambi.
Oltre alla comunione dei beni, con il contratto di convivenza si possono stabilire anche il diritto di abitazione, il diritto a versare mensilmente una somma al convivente e molto altro ancora.
La separazione degli acquisti
Alla fine della relazione, le coppie di fatto che hanno scritto, firmato e approvato un accordo attraverso il quale si sono impegnati a condividere i propri acquisti con un partner, dovranno quindi procedere con un ulteriore accordo contrattuale che preveda la separazione degli acquisti in parti economicamente uguali, salvo diverse necessità.
Come e perché coinvolgere un mediatore familiare
Il mediatore familiare è una figura fondamentale nella definizione degli accordi che andranno sottoscritti nei contratti di convivenza e di divisione dei beni. Questo professionista opera in un ambiente intimo ed esterno a quello giudiziario limitando le possibilità di scontro ed evitando di scatenare vere e proprie cause, favorendo quindi il più possibile un dialogo tra le parti con l’obiettivo di raggiungere accordi duraturi.
Tutto questo viene affrontato rispettando e tutelando i diritti di eventuali figli minori coinvolti.