Riflessioni e consigli per capire come interviene l’emotività nella coppia che si sta separando.
In ogni rapporto, amicale o sentimentale, entrano in gioco due parti di noi: quella razionale e quella emotiva. Quella razionale cerca di spiegarci i motivi per cui amiamo passare del tempo con una persona, di farci agire nel modo più giusto possibile secondo i nostri ideali e i nostri canoni sociali, di controllarci e di farci tenere i piedi per terra. La nostra parte emotiva, invece, fa tutto il contrario: è irrazionale e, di conseguenza, agisce secondo le regole del cuore, dando voce alle emozioni.
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È quindi la nostra parte razionale a dover controllare e moderare, nei limiti del possibile, la nostra parte emotiva. Tuttavia, in alcuni momenti della vita – felici o meno che siano – l’emotività ha inevitabilmente la meglio.
Durante una separazione, ad esempio, è impensabile riuscire ad agire, in ogni momento, in modo razionale e ragionevole, come se la mancanza dell’altro, i cambiamenti, la nostalgia non ci toccassero il cuore facendoci provare a volte tristezza, a volte rabbia, altre volte la spinta di riprendere in mano la nostra vita e di ricominciare.
Nei momenti difficili, tutte queste emozioni contrastanti si susseguono senza ordine dentro di noi. Ci portano a scatenare litigi o a riversare sugli altri le nostre paure in modi diversi. Allo stesso tempo, la nostra razionalità non smette di essere presente, ma non riesce a farci seguire le regole comportamentali e sociali che abbiamo imparato nel corso della vita e tanto meno a farci guardare le cose da un punto di vista esterno.
Per questo motivo, per gestire e incanalare correttamente l’emotività nella coppia che si sta separando è consigliato coinvolgere una figura esterna, come ad esempio un mediatore familiare, che aiuti le due parti a capire le loro emozioni e il modo in cui possono esprimerle senza travolgere negativamente altre persone, come ad esempio gli eventuali figli.