La felicità si nasconde nelle differenze tra una casa positiva e negativa.
Roberta ci scrive
«Mi chiamo Roberta e credo di vivere in un ambiente molto negativo. I miei genitori e i miei fratelli creano sempre occasioni per litigare, non ne perdono veramente mai una. Anche al matrimonio di mio cugino sono riusciti a scatenare mezz’ora di insulti tra di loro. Non so come fare per rendere l’ambiente più armonioso. Come faccio a capire se vivo davvero in una casa negativa e se è possibile rimediare?»
Noi rispondiamo
Cara Roberta, a tutto c’è rimedio quando c’è la volontà di cambiare. Qui sotto abbiamo cercato di stilare un elenco delle differenze tra una casa positiva e una negativa. È molto difficile valutare in modo lucido e imparziale i propri rapporti famigliari, per questo ti consigliamo di proporre un percorso limitato nel tempo, inizialmente di pochi incontri, in compagnia di una figura esterna imparziale.
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IN UNA CASA POSITIVA
- Le differenze di vedute permettono scambi positivi e propositivi;
- il dialogo è all’ordine del giorno e tutti ne riconoscono l’importanza;
- il rispetto viene prima di tutto, anche quando si discute;
- ogni persona è libera di esprimere se stessa senza sentirsi giudicata;
- tutti hanno delle regole da rispettare e dei compiti divisi equamente da svolgere;
- ognuno si sente amato incondizionatamente;
- nei momenti difficili, nessuno è solo;
- quando si cambia, si cambia tutti insieme;
- la gioia di uno è la gioia di tutti.
IN UNA CASA NEGATIVA
- Il nucleo famigliare è diviso;
- il dialogo è assente e, quando c’è, provoca conflitti;
- ognuno vuole imporre la propria idea agli altri;
- non è possibile esprimersi senza essere giudicati negativamente;
- i litigi sono all’ordine del giorno;
- la mancanza di dialogo e di espressione comporta la mancanza di condivisione di momenti positivi e negativi;
- i compiti domestici non sono equamente divisi;
- anche se esistono delle regole, nessuno o pochi le rispettano.
Il primo passo per migliorare un ambiente famigliare è riconoscere gli effetti positivi e negativi del proprio comportamento sugli altri. Il processo di miglioramento, tuttavia, non può partire da una persona sola, deve essere sostenuto dall’intero nucleo con l’interesse e la volontà di tutti. Comporta inoltre impegno nel tempo, quindi non basterà voler migliorare le cose per cambiarle da un giorno all’altro.
Per mantenere tutti i ruoli sullo stesso piano, senza quindi creare rivalità all’interno della famiglia, è importante affrontare il percorso di cambiamento insieme a una figura esterna, come ad esempio un mediatore familiare o un counselor, capace di guidare e di indirizzare le conversazioni in modo positivo e costruttivo.