Rispondiamo a mamma Annalisa che ci chiede una soluzione per gestire il figlio Lorenzo. Scopriamo insieme perché urlare ai bambini non serve.
Annalisa ci scrive:
«Buongiorno, mi chiamo Annalisa e ho un figlio di 6 anni, Lorenzo. A settembre dell’anno scorso, Lorenzo ha iniziato a frequentare la scuola e con l’occasione ha conosciuto dei nuovi amici con cui, ogni tanto, esce anche a giocare. Da quando ha instaurato queste nuove amicizie ho notato un cambiamento che non mi piace nel suo carattere: a volte risponde male e si rifiuta di svolgere i piccoli compiti che gli assegno durante la giornata, come rimettere a posto i giocattoli o lavarsi le mani. A volte mi arrabbio così tanto che l’unica soluzione che trovo è urlargli contro e solo allora lui si spaventa e obbedisce. Spero però che esistano soluzioni migliori, potete darmi un consiglio?»
Noi rispondiamo:
Cara Annalisa,
a volte i figli sanno davvero mettere alla prova la nostra pazienza. Possiamo raccomandarci di contare fino a 10, di respirare a fondo, di cambiare stanza, ma a volte proprio non riusciamo a trattenerci e finiamo con giocarci la carta dell’ira.
–> Scopri altri dettagli sul perché urlare ai figli non è la soluzione!
La reazione è comprensibile, ma è davvero efficace? Sul momento, forse, sì. L’hai detto tu stessa: «… solo allora lui si spaventa e obbedisce». A questo punto ti resta scegliere se vuoi crescere un figlio che risponde «per paura» o che collabora con te, nelle mansioni di ogni giorno come nelle scelte della vita.
Non è semplice e lo sbaglio è sempre dietro l’angolo, d’altra parte genitori si diventa, non si nasce. Tuttavia, un po’ di consapevolezza in più, a volte, può aiutarci a raggiungere risultati migliori mantenendo l’armonia in casa.
PERCHÈ URLARE AI BAMBINI NON SERVE?
Che cosa provano, i bambini, quando un genitore gli urla contro:
• frustrazione e bassa autostima;
• tristezza e chiusura;
• depressione (a lungo andare);
• rabbia e offesa.
Quindi, che cosa fare?
È ovvio che le emozioni che abbiamo elencato qui sopra non possono generare nessun comportamento positivo, costruttivo e collaborativo. Il nostro consiglio per Annalisa e per tutte le mamme che vogliono capire perché urlare ai bambini non serve è cercare di comprendere, prima di tutto, le motivazioni che generano rabbia dentro di loro.
Nel caso di Annalisa, il motivo è chiaro: il comportamento del figlio. Perché non parlarne direttamente con lui, usando un tono calmo e comprensivo? Perché non cercare dei compromessi, invece di imporre le proprie scelte? Cara Annalisa, prova a spiegare a Lorenzo perché hai bisogno che lui raccolga i suoi giochi: ad esempio, perché potresti romperglieli inavvertitamente camminandoci sopra.
Lascia la rabbia da parte e usa le azioni per indirizzare, un po’ alla volta e con il tempo che serve, i comportamenti di tuo figlio.
Riassumendo: anche se dovessi perdere la pazienza ancora e urlargli contro, cerca di fargli capire che lui non è sbagliato, sono piuttosto le scelte che compie ogni giorno a poter generare reazioni positive o negative nelle persone che gli stanno vicino.