La pulizia del bambino: a chi tocca?

Che cosa succede se, all’asilo nido e alla scuola dell’infanzia, un bambino si sporca e deve essere cambiato? E se il bambino ha una disabilità, a chi spetta la cura della sua igiene personale?

Educatori e genitori: un connubio che, a volte, non trova punti d’incontro e, anzi, genera conflitti a livello nazionale. È il caso della diatriba sulla pulizia del bambino negli asili nido e nella scuola dell’infanzia, un argomento che genera malumori da diversi anni, anche a causa dell’assenza, per alcuni casi, di indicazioni legislative ben definite.

La pulizia del bambini all’asilo nido: una questione ovvia?
Non ci sono dubbi sul fatto che, all’asilo nido, i bambini non possano essere neanche lontanamente autonomi nella gestione dei loro bisogni fisiologici. Di conseguenza, in questo contesto la questione non si pone: la pulizia, nel caso in cui un bambino si sporchi, spetta all’educatore o all’educatrice.

Se queste figure sono per qualche motivo impossibilitate a eseguire la pulizia (ad esempio perché già impegnate con altri bambini), può intervenire l’ausiliaria.

Per quanto riguarda la scuola dell’infanzia, invece, le cose cambiano.

La pulizia del bambino alla scuola dell’infanzia: a chi tocca?
Dai 3 ai 6 anni, quindi nell’età adatta per frequentare la scuola dell’infanzia, i bambini sono considerati capaci di gestire le loro necessità fisiologiche, almeno temporaneamente. Di conseguenza, non sono poche le scuole dell’infanzia che accettano iscrizioni solo da parte dei piccoli che non hanno più bisogno del pannolino.

La-Pulizia-del-Bambino-a-Chi-Tocca-se-Disabile La pulizia del bambino: a chi tocca?

Alcune scuole, addirittura, prevedono un servizio di «accompagnamento» durante il quale indirizzare genitori e figli all’abbandono del pannolino. Non esistono tuttavia leggi e obblighi in questo senso, ogni struttura sceglie in autonomia di mettere o non mettere a disposizione figure e competenze per aiutare l’inserimento del bambino alla scuola dell’infanzia.

E se il bambino ha disabilità?
Per quanto riguardano invece i bambini con disabilità, la Corte di Cassazione parla forte e chiaro: nessun collaboratore di una scuola per l’infanzia può rifiutarsi di cambiare il pannolino a un bambino con specifiche disabilità o problematiche, sia temporanee sia permanenti.

L’operazione, tuttavia, non deve essere sottovalutata: gli operatori scolastici devono essere opportunamente formati per procedere in modo corretto all’igiene dei bambini con disabilità. In ogni caso, formati o meno, resta il fatto che se un collaboratore si rifiuta di cambiare un bambino con disabilità commette il reato di omissione d’atti d’ufficio.

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