Quali effetti comportano i genitori ipercritici nei confronti dei loro figli?
Genitori non si nasce, si diventa. E come in tutte le cose, per diventarlo a volte si sbaglia. Tutti i genitori sbagliano, prima o poi, molto spesso anche in modo inconsapevole. Ma uno degli sbagli che è meglio evitare il più possibile è fare delle critiche distruttive, cioè quelle critiche che non aiutano i bambini a migliorare e servono solamente a sminuirli.
Un esempio di critica distruttiva è: «Sei grande e grosso e non sai ancora lavarti i denti, vedi di crescere!».
Al contrario, le critiche costruttive sottolineano gli errori, ma in modo tale da incoraggiare un cambiamento positivo.
Un esempio di critica costruttiva è: «Diventare grandi significa anche imparare a prendersi cura di sé, quindi se vuoi dimostrarmi di essere cresciuto dimostrami prima che sai lavarti i denti da solo dopo ogni pasto».
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Quali effetti comportano le critiche dei genitori nei confronti dei figli?
Come abbiamo detto, le osservazioni equilibrate e costruttive sono utili e indispensabili. Le critiche continue nel tempo, soprattutto se distruttive, possono invece provocare nei bambini una serie di conseguenze comportamentali negative.
In particolare:
• bassa autostima;
• tendenza al perfezionismo;
• frequente sensazione di fallimento;
• poca fiducia nelle proprie capacità.
Nel tempo, un bambino con genitori ipercritici può sviluppare inoltre una dipendenza dalle conferme altrui. In altre parole: l’incapacità di scegliere con la propria testa per «paura» di sbagliare e non essere accettato dagli altri.
Questo non significa che non si debba mai fare delle osservazioni ai propri figli, piuttosto che sia necessario trovare un equilibrio e un linguaggio adeguati alla sensibilità e al carattere di ogni bambino. Come in molte altre occasioni, il buonsenso si rivela anche in questo caso l’alleato migliore di ogni buon genitore.