Che cos’è e quali sono i rischi del fenomeno dello Sharenting, la vetrinizzazione sociale dei bambini online.
Sharenting: neologismo che mette insieme le parole share (condividere) e parenting (genitorialità).
Con il termine Sharenting si intendono tutte quelle dinamiche che portano i genitori a esporre i figli minorenni sul web, sui social, all’interno di chat condivise e quant’altro. Si parla quindi di «vetrinizzazione sociale»: una vera e propria spettacolarizzazione della vita privata che include anche quella dei minori presenti in famiglia, fin dai loro primissimi giorni.
Non c’è niente di male nel rendere pubblica una foto del proprio neonato o nel comunicare a tutti le gioie della genitorialità condividendo un video in cui si cambia il pannolino al bambino o lo si ammira mentre beve del latte dal seno della mamma.
Tuttavia, è nostro dovere essere consapevoli che la decontestualizzazione di alcuni contenuti, da parte di soggetti terzi adulti, potrebbe trasformare la natura di una foto innocente facendola diventare di tutt’altro genere –> Scopri anche quando dare il cellulare ai bambini!
Quali sono i rischi dello Sharenting?
Per quanto nessun genitore voglia creare problemi ai propri bambini, può accadere che un gesto fatto in buona fede arrivi a generare online dinamiche poco felici, come ad esempio la viralizzazione di un contenuto, la denigrazione del soggetto ripreso da parte di coetanei fino a sfociare nel cyberbullismo, la sessualizzazione di foto apparentemente innocenti da parte del pubblico adulto che può intercettare alcune immagini e usarle a scopi tutt’altro che ingenui.
• viralizzazione dei contenuti
• denigrazione del bambino da parte degli altri utenti
• bullismo e cyberbullismo da parte dei coetanei
• decontestualizzazione e sessualizzazione dei contenuti
Facciamo Sharenting in ogni momento in cui condividiamo le foto di bambini e minori nel mondo digitale, il che comprende non solo i social network ma anche gruppi di chat. Il lato più complesso da gestire riguarda, ovviamente, le foto di nudo, ma non sono questi gli unici contenuti che possono generare commenti e condivisioni decontestualizzati dall’ambiente infantile, quindi denigranti o addirittura sessualizzanti.
Come comportarsi per evitare i rischi dello Sharenting
Chiedere il consenso del bambino, prima di diffondere un’immagine o un video che lo ritraggono, è un buon inizio. Tuttavia, bisogna anche considerare l’età del bambino e la sua maturità: è evidente che un minore di 6-9 anni è perfettamente in grado di capire che cosa comporta la pubblicazione della sua immagine su internet, ma molto probabilmente non sarà abbastanza capace di comprenderne tutte le eventuali conseguenze che coinvolgono il mondo degli adulti (di cui per ovvie ragioni è totalmente ignaro).
Infine, si usa applicare, sul volto dei soggetti minori, un’immagine che li renda irriconoscibili. Questo tipo di compromesso, tuttavia, non evita completamente i rischi derivanti dall’esposizione mediatica.
Il nostro consiglio è evitare la diffusione di contenuti che ritraggono i figli minori, soprattutto in situazioni imbarazzanti o addirittura in condizioni di nudità. È buona regola, inoltre, chiedere la collaborazione di tutta la famiglia in questo senso.