Le linee guida del Ministero della Salute per i genitori: ecco come svezzare un neonato.
Quando, i cibi solidi, possono rientrare nella dieta di un neonato? Ogni neo-genitore, prima o poi, si trova davanti a questa domanda e, allo stesso tempo, anche a tante risposte diverse. Il Ministero della Salute specifica che, nella vita di un bambino, non esiste un momento preciso ed esatto durante il quale staccarsi dal latte materno per orientarsi verso gli alimenti semisolidi. Ogni bambino è diverso e, di conseguenza, va accompagnato nella crescita rispettando i suoi personalissimi tempi.
«Non esiste un momento preciso e uguale per tutti i lattanti in cui iniziare il divezzamento»
Quando si svezza un neonato
Anche se non esiste un periodo esatto per svezzare un neonato, le diverse società scientifiche e l’Organizzazione Mondiale della Sanità considerano i 6 mesi di vita un buon momento per introdurre gli alimenti complementari nella dieta di un neonato. Per «alimenti complementari» si intendono tutti gli alimenti diversi dal latte che, naturalmente, vanno proposti gradualmente e con determinate accortezze.


Introdurre i cibi complementari nella dieta di un neonato
Per capire come svezzare un neonato bisogna, prima di tutto, prendere atto che passare da un’alimentazione liquida a una solida richiede tempo, pazienza e può comportare anche qualche piccolo imprevisto, come la scoperta di alcune intolleranze.
Lo svezzamento di un neonato deve seguire 2 fasi:
1. l’introduzione di alimenti semi-solidi
Non si può passare dal latte materno alla pasta nel giro di pochi giorni. Il passaggio deve essere graduale e molto lento, per permettere all’organismo di adattarsi al cambiamento un po’ alla volta.
«Laddove non sia possibile attendere i 6 mesi, il divezzamento non dovrebbe avvenire prima della 17esima settimana e comunque non oltre la 26esima»
Dopo i primi sei mesi di vita, quindi, è possibile iniziare a introdurre alimenti complementari morbidi, come gli omogeneizzati, per sostituire inizialmente un solo pasto al giorno, continuando quindi anche l’allattamento al seno.
Con il tempo, i pasti sostituiti saranno, due, tre, fino a ottenere a una dieta senza latte materno. Il passaggio, come già sottolineato, deve essere molto graduale nell’introduzione di tutti i nuovi sapori –> Scopri anche quando introdurre il sale nell’alimentazione dei bambini!
2. l’introduzione di alimenti solidi
Una volta che il bambino inizia a prendere confidenza con sapori diversi da quelli del latte materno, si possono iniziare a proporre anche alimenti leggermente più solidi delle pappine, allo stesso modo in cui sono stati introdotti gli alimenti semi-solidi, quindi con molta gradualità. Ad esempio, si può proporre un biscotto bagnato, quindi non troppo croccante e al tempo stesso più solido rispetto alle marmellate di frutta.


E se il bambino rifiuta alcuni cibi?
Quando si parla di alimentazione dei bambini, la regola da seguire è sempre e solo una: mai forzare. I bambini, soprattutto se molto piccoli, devono essere lasciati liberi di provare, scegliere e infine scoprire anche ciò che non fa per loro. Questo non significa, però, rimpinzarli di gelato e cioccolata: gli alimenti scartati oggi possono essere riproposti domani, magari preparati in modo diverso o mescolati assieme ad altri ingredienti per renderne più piacevole il sapore.


Per riassumere
• a 6 mesi di vita un bambino sano è considerato pronto per iniziare lo svezzamento;
• il passaggio dall’alimentazione liquida ai cibi complementari deve essere graduale e deve prevedere prima alimenti semi-solidi per poi arrivare un po’ alla volta a quelli solidi;
• durante lo svezzamento, l’allattamento al seno deve continuare ed essere sostituito solo un po’ alla volta, a seconda dei ritmi del bambino;
• l’alimentazione non deve essere forzata e gli alimenti scartati vanno riproposti dopo qualche giorno con preparazioni diverse;
• colori e sapori vanno alternati;
• i bambini devono essere lasciati liberi di mangiare con le mani e di esplorare il cibo con tutti i sensi.