Quali sono i sintomi che permettono di riconoscere l’autismo nei bambini?
Il ritardo nel linguaggio, i comportamenti ripetitivi, la scarsa propensione ai rapporti umani: questi e altri sintomi possono essere considerati un campanello d’allarme per riconoscere l’autismo ma, anche se di questa sindrome si parla sempre più spesso, è ancora molto complicato diagnosticarla, soprattutto nei bambini.
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Capiamo che cos’è
Prima di tutto, per riconoscere i sintomi di una patologia bisogna conoscerla e per conoscerla non basta leggere un articolo online. Tuttavia, cerchiamo in questo post di fare almeno un po’ di chiarezza: l’autismo non è una malattia, infatti non può essere curato; piuttosto può essere controllato, canalizzato, sfruttato.
Lo spettro autistico è un disturbo neurobiologico, di origine genetica, che interessa lo sviluppo. Può esprimersi in diversi livelli di gravità e, in alcuni casi, può anche migliorare nel tempo.
I possibili sintomi
• incapacità o difficoltà ad interagire con il mondo esterno;
• ritardo nel linguaggio (50% dei casi);
• tendenza all’isolamento;
• ripetitività dei comportamenti;
• incapacità di decodificare le espressioni e le emozioni altrui;
• fissazioni per determinati oggetti, colori o argomenti.
I sintomi, tuttavia, non sono uguali per tutti e non basta rispecchiarcisi in alcuni per autodiagnosticarsi la sindrome di autismo. Allo stesso tempo, però, non è possibile riconoscere l’autismo con esami strumentali. Per arrivare a una diagnosi, è dunque fondamentale affidarsi a un professionista in grado di osservare il comportamento dei bambini e di trarne dei dati clinici.

Quando richiedere una diagnosi
La prima diagnosi di autismo nei bambini può essere fatta, con sicurezza, intorno ai 2-3 anni di vita da un neuropsichiatra infantile. Di solito è il pediatra che indirizza i genitori dei bambini con sintomi di autismo a un professionista specializzato nel trattamento di questa sindrome.