Crescere è un processo turbolento e tutt’altro che semplice. Soprattutto durante i primi anni di vita, i capricci possono diventare all’ordine del giorno anche per i piccoli più dolci e tranquilli. In giusta misura, qualche screzio aiuta i bimbi ad affermare le loro idee, i loro gusti e a dare importanza alle loro predisposizioni; ma vediamo in che modo anche gli sfoghi possono essere gestiti con soluzioni equilibrate.
Può succedere, ad esempio, che da un giorno all’altro tuo figlio si rifiuti di fare il riposino quotidiano, o di mangiare un alimento in particolare – come le verdure –, oppure ancora non ne voglia sapere di socializzare con il fratellino: “non sono più piccolo, posso e voglio decidere da solo”, sembra dire il suo guardo crucciato mentre ti guarda indispettito.
Ancora non esistono trucchi magici per prevenire i puntigli dei piccoli, il consiglio migliore che si possa dare, in questi casi, è parlare con i propri figli, far loro capire che i genitori non mettono in dubbio il loro diritto di scegliere, ma danno suggerimenti che possono aiutare a crescere. È comunque importante far capire ai propri figli, fin dai primi anni, che nella vita non si può sempre fare solo quel che ci piace e che ogni scelta ha delle conseguenze, positive e negative.
Quindi: se il bambino non dorme durante il pomeriggio, sarà presto stanco e dopo cena non riuscirà a guardare i cartoni; se non mangia in modo equilibrato avrà mal di pancia e probabilmente dovrà sacrificare la merenda con gli amici.
Se con qualcuno è invece più difficile comunicare, passate ai fatti e alle lezioni concrete, ma senza esagerare. Fate sperimentare al vostro bambino cosa significa passare un pomeriggio senza riposare. Se dopo qualche giorno il piccolo lamenta stanchezza, riproponetegli la pennichella, magari più corta rispetto alle precedenti. Se invece il piccolo si sente addirittura meglio e più attivo, adattate gli orari dedicati al riposo al suo equilibrio fisico.
Non tutti i bambini sono uguali, l’unico modo per dar loro delle regole buone e giuste è conoscerli a fondo. Date spazio ai compromessi: a tavola si mangia un boccone di tutto, anche di quel che non piace; al pomeriggio si guarda un po’ di televisione, ma poi si esce a giocare all’aria aperta; il riposino può durare mezz’ora, giusto il tempo di ascoltare una buona storia ad occhi chiusi.
È diverso, invece, quando si porta il bimbo a fare la spesa. Con tutti i messaggi invitanti che circondano i consumatori, non c’è da stupirsi se anche i piccoli manifestano il desiderio di acquistare qualcosa. Prima di varcare la soglia dei grandi magazzini, parlate chiaro e date regole precise: permettete ad esempio di scegliere solo un regalino per ogni spesa e mettete a disposizione pochi euro che possono aumentare con il tempo e diventare una vera paghetta autogestita, quando l’età permetterà di raggiungere anche questa importante conquista.
A volte le sfide quotidiane possono sembrare impossibili da affrontare, ma l’importante è non farsi prendere dall’ansia o da preoccupazioni esagerate. D’altronde, si sa, i figli mettono alla prova i propri genitori quotidianamente, ma il mestiere del padre e della madre si impara anche e soprattutto sbagliando. Esattamente come quello del figlio.