Come comunicare con i bambini

Una guida dedicata ai genitori per capire come comunicare con i bambini in modo corretto.

Comunicare con i bambini in modo efficace non è semplice come può sembrare: richiede competenze specifiche, capacità di semplificazione e altrettanta pazienza.
In questa guida pensata per i genitori spieghiamo come comunicare con i bambini in modo chiaro e come instaurare con loro un rapporto di rispetto e di fiducia.

Cosa sono i bisogni educativi speciali? Scoprilo qui.

L’ascolto attivo 

La prima regola per comunicare correttamente con i bambini consiste nell’imparare ad ascoltarli con attenzione. Mentre parlano, quindi, bisogna evitare espressioni di dissenso, interruzioni forzate e sovrapposizioni delle voci. Alla fine dello scambio comunicativo, è importante esprimere un parere su quanto ascoltato in modo da mettersi sullo stesso piano dei bambini e far sentire che anche il loro punto di vista viene preso in considerazione.

Ascoltare i bambini con attenzione favorisce la loro crescita individuale, lo sviluppo della loro autostima e la maturazione della loro autonomia.

Il contatto oculare 

Guardare i bambini negli occhi mentre parlano serve per dimostrare loro attenzione e rispetto verso ciò che dicono e che pensano. Questo non significa, però, che si debba fissarli insistentemente e pretendere che loro facciano lo stesso: mantenere comportamenti e distanze che non creino imbarazzi e disagi è fondamentale per comunicare correttamente con chiunque, non solo con i bambini.

L’uso del “NON”
Per fare in modo che un’istruzione dia i risultati attesi, bisogna formularla tenendo conto di alcuni accorgimenti. Si consiglia ad esempio di evitare le negazioni, come: “stai attento a non far cadere il bicchiere!, non correre, non ti arrampicare sulla sedia” perché la mente umana prima di negare qualcosa ha bisogno di riconoscerla. Infatti, se si dice a qualcuno di non pensare a un elefante rosa, inevitabilmente quella persona penserà a un elefante rosa.

Invece di dire ai bambini cosa non fare è più efficace suggerirgli che cosa fare: “mentre cammini tieni il bicchiere con tutte e due le mani, cammina più lentamente, usa la sedia per sederti”.

La corretta costruzione delle frasi 

I bambini non sanno gestire un linguaggio complesso e articolato. Quindi in loro presenza è opportuno usare termini semplici e frasi brevi, chiare e dirette formate da soggetto, verbo e complemento oggetto. Meglio evitare l’uso di frasi subordinate complesse e di doppie negazioni, come “non puoi non ricordarti questa cosa”.

I vezzeggiativi e il linguaggio “bambinesco” 

I nomignoli affettuosi fanno sentire i bambini apprezzati e amati. Tuttavia, chiamarli continuamente “amore” o “tesoro” può confonderli, appesantire la conversazione e far passare in secondo piano il messaggio che si vuole riferire.

Fare il verso ai bambini storpiando le parole non li aiuta ad acquisire un linguaggio preciso e corretto: le scarpe vanno chiamate “scarpe” e non “peppe”.

La postura
Quando si parla con un bambino è importante mettersi fisicamente al suo livello inginocchiandosi davanti o vicino a lui. È utile anche cercare contesti rilassanti che consentano uno scambio comunicativo adeguato. Evitare quindi situazioni formali, come due sedie messe l’una davanti all’altra, perché suggeriscono più una modalità inquisitoria che confidenziale.

Le frasi retoriche e i modi di dire 

Alla domanda “Non credi che sia l’ora di darsi una calmata?” i bambini sono portati a rispondere “No, io mi diverto” e a continuare quello che stavano facendo prima. Esprimere direttamente cosa ci si aspetta da loro oppure formulare le domande proponendo da subito delle opzioni, invece, aiuta a raggiungere gli obiettivi sperati.

Che cosa preferisci fare prima di andare a letto: ti leggo una fiaba oppure vuoi giocare altri 10 minuti?

La mimica e le espressioni facciali
Il volto comunica moltissime informazioni sullo stato d’animo delle persone. Leggere le espressioni del viso, della postura e dei movimenti consente di capire che cosa provano e che cosa vogliono comunicare realmente i bambini mentre parlano, a prescindere da quello che invece cercano di trasmettere.

Il gesto di arrotolare una ciocca di capelli tra le dita, ad esempio, può indicare imbarazzo o nervosismo.

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