Disabilità infantile a scuola

alunni con disabilità

Nel nostro paese sono numerose le leggi che disciplinano l’inclusione scolastica dei bambini e dei ragazzi con disabilità fisiche o mentali. Nonostante questo, però, le attività di sostegno risultano ancora inadeguate, secondo i genitori dei ragazzi stessi. Nell’anno scolastico 2011-2012, infatti, il 9% delle famiglie con figli disabili ha presentato ricorso al tribunale civile o amministrativo per ottenere un aumento delle ore di sostegno durante l’orario scolastico (fonte: Istat 2013, “L’integrazione degli alunni con disabilità nelle scuole primarie e secondarie di primo grado statali e non statali. Anno scolastico 2011-2012” e “Raccontiamola giusta” di Fish).

Soprattutto nei paesi del Sud, i ragazzi e i bambini con disabilità ricevono meno attenzioni scolastiche rispetto a quelli che vivono al Nord. Nelle scuole elementari e medie la percentuale delle famiglie meridionali che ha riscontrato mancanze da parte delle strutture scolastiche è circa il 50% in più rispetto a quella del Nord. Parliamo del 12,7% nelle scuole primarie del sud, in confronto al 6% del Nord; dell‘11,5% nelle scuole secondarie di primo grado meridionali e del 4,3% di quelle con sede al Nord.

Sappiamo bene quanto è importante stabilire un rapporto continuativo e di fiducia con i bambini e i ragazzi disabili, soprattutto negli ambienti di studio. Purtroppo invece, rispetto all’anno precedente, nel periodo 2011-2012, il 41,7% degli alunni con disabilità della scuola primaria e il 39,3% della scuola secondaria di primo grado hanno dovuto cambiare sostegno o sono stati costretti a cambiare per trasferimenti o cambi di ruolo degli insegnanti stessi.

Inoltre, gli alunni con disabilità completamente non autonomi che risiedono al Nord ricevono il 50% di ore settimanali di assistenza educativa e culturale (AEC) in più rispetto ai ragazzi che vivono nel Mezzogiorno. Rispettivamente, nella scuola primaria del Nord parliamo del 12,3% rispetto al 5,1% del Sud; nella scuola secondaria di primo grado al Nord del 13,2%, mentre al Sud del 5,5%)”.

Nel progetto d’inclusione scolastica di qualsiasi alunno con disabilità si dovrebbe prevedere la partecipazione del ragazzo o del bambino a tutte le attività scolastiche: gite, escursioni, giochi, tornei, prove, feste e via così. Queste dovrebbero essere affrontate anche se la presenza dell’alunno con disabilità potesse in qualche modo complicare l’organizzazione dei progetti. Nelle scuole primarie e secondarie di primo grado, invece, quasi la metà degli alunni con disabilità non partecipa alle attività extrascolastiche organizzate.

La tendenza, ancora una volta, è maggiore soprattutto al Sud. Ciò non significa che al Nord le problematiche non debbano essere affrontate, ma che si debba piuttosto garantire inclusione, uguaglianza e servizi per la disabilità infantile adeguati in tutta Italia.

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