Diagnosi di autismo in età adulta: quando la vita cambia portando con sé una nuova consapevolezza personale.
Non sono poche le persone che scoprono di avere disturbi dello spettro autistico in età adulta, dopo aver passato una vita a cercare le proprie predisposizioni e a fare i conti con le proprie difficoltà. A quel punto, quando arriva la diagnosi, tutto sembra chiaro e lampante alla luce del sole, i pezzi del puzzle si uniscono e i ricordi dei momenti più difficili iniziano a spiegarsi da soli.
Sorge spontaneo chiedersi come sia possibile che una patologia tanto rilevante non sia stata diagnosticata prima, durante l’infanzia o al massimo in età evolutiva, che i genitori non abbiano mai avuto dei sospetti e che, durante il percorso formativo, gli insegnanti non abbiano rilevato delle caratteristiche tipiche dello spettro autistico.
Eppure accade e non di rado. Casi di questo tipo sono più difficili da diagnosticare perché i sintomi dell’Autismo sono meno evidenti rispetto ad altri e comportano difficoltà minori nell’interazione sociale. Ma non per questo devono essere sottovalutati –> Scopri come riconoscere i sintomi dell’autismo!
Autismo in età adulta: una situazione spesso sottovalutata
Se da una parte la nostra società presta attenzione nei confronti dei bambini con Autismo, dall’altra li ignora completamente una volta compiuti i 18 anni di età. Mancano le risorse assistenziali e le tutele, oltre che la sensibilizzazione pubblica.
Nell’immaginario collettivo, infatti, sembra quasi che raggiunta una certa età l’Autismo scompaia, costringendo le famiglie a farsi carico di tutto: gestione del tempo, delle risorse, dell’accompagnamento nello studio universitario, dell’inserimento nel mondo del lavoro, eccetera.


Quando la diagnosi di Autismo arriva in età adulta
I casi con sintomi meno evidenti sono collegabili, solitamente, alla cosiddetta Sindrome di Asperger: un disturbo dello sviluppo che, a differenza dell’Autismo, non comporta ritardi significativi nell’acquisizione del linguaggio e si limita a interessare prettamente le relazioni sociali della persona.
A livello clinico, la Sindrome di Asperger è molto difficile sia da diagnosticare sia da separare dall’Autismo. Di conseguenza, risulta complesso anche definire il supporto necessario per ogni persona diagnosticata a livelli differenti.
Molto spesso, le persone che scoprono di avere questo disturbo solo in età adulta hanno un passato pieno di perché: perché non riesco a socializzare come tutti? perché ho bisogno di momenti di solitudine e silenzio? perché c’è un solo interesse che totalizza la mia attenzione? come mai reagisco in questo modo alla folla e alla confusione?
«Il mio autismo è il motivo per cui sono al college e ho avuto successo. È la ragione per cui sono bravo in matematica e scienze» (Jacob Barnett)
Non tutte le persone, però, hanno gli stessi identici sintomi, a maggior ragione se parliamo delle forme più lievi. Qualcuno può esplodere con scatti d’ira durante alcune situazione stressanti e non riuscire a controllare la sua reazione, qualcun altro può sentirsi travolto dall’ansia in occasioni comunemente considerate sostenibili, qualcuno può avere bisogno di tempi diversi per vivere il contatto fisico con il compagno e così via.
Ciò che aiuta più di tutto a prendere consapevolezza delle proprie caratteristiche è il confronto con gli altri. Nel momento in cui si inizia a interagire con il resto del mondo in prima persona e a notare delle differenze tra il proprio modo di approcciarsi alla quotidianità e quello degli altri iniziano a sorgere le prime domande.
Nella maggior parte dei casi, le diagnosi di Autismo in età adulta sono proprio la conseguenza di una ricerca individuale della persona stessa.


A chi rivolgersi per ottenere una diagnosi da adulti
Richiedere una diagnosi per un disturbo dello spettro autistico da adulti è molto più complesso che richiederla durante l’infanzia o l’adolescenza. Questo perché sono molti di più i centri e i professionisti specializzati nei disturbi pervasivi dello sviluppo per bambini.
L’adulto, naturalmente, necessita di un approccio e di valutazioni diversi da quelli che possono essere impiegati per i soggetti in età evolutiva. Tuttavia, anche se la ricerca del professionista giusto può risultare un po’ più articolata, non è impossibile sottoporsi a una valutazione dopo aver raggiunto la maturità.
Diverse attività private, in questo senso, possono rivelarsi delle valide alleate per intraprendere il percorso più adatto, così come il proprio medico di base, l’ASL di riferimento o gli sportelli sociali comunali.