Quali sono e come si riconoscono le conseguenze del bullismo sui disabili?
Il bullismo è un argomento sempre più chiacchierato, e non solo tra le mura scolastiche, ma anche in casa, nel luogo di lavoro, negli ambienti sportivi e di condivisione sociale.
Anziani, disabili, bambini, donne e uomini, adulti o ragazzi: sembra proprio che non ci siano limiti perché chiunque può essere o diventare vittima di bullismo –> Scopri di più sulle conseguenze del bullismo sugli anziani!
Le diverse tipologie del bullismo
Il bullismo può prendere tante forme diverse, non comprende solo ed esclusivamente gli insulti verbali o gli scontri fisici.
Il bullismo può essere
• verbale: fatto di insulti, di offese alla persona
• fisico: con attacchi fisici, spinte, se non addirittura calci e pugni
• relazionale: quando una persona è volutamente isolata o presa di mira dagli altri
• digitale (cyberbullismo): quando gli insulti e le prese di mira trovano applicazione online attraverso chat, ma anche social network, video, foto offensive
Come la legge inquadra e punisce il bullismo
A gennaio 2020, la Camera dei deputati ha confermato la volontà di approvare una sorta di legge contro il bullismo e che andrebbe a completare il provvedimento di Legge 71/2017 sul cyberbullismo. Tuttavia, i ragionamenti in merito sono ancora in approvazione da parte del Senato.
In ogni caso, nel nostro Paese il bullismo viene punito sia in sede penale sia in sede civile. Può essere considerato un reato, ma può anche prevedere dei risarcimenti in caso, durante uno scontro fisico, vengano danneggiati degli oggetti o ferita la persona presa di mira.
Il bullismo si definisce un reato quando si traduce in: istigazione al suicidio, percosse, lesioni, rissa, diffamazione, violenze sessuali, minacce, stalking, interferenze nella vita privata, furti, estorsioni, danni di natura diversa, frode informatica, sostituzione di persona o furto d’identità.


Le conseguenze del bullismo sui disabili
Che sia rivolto a categorie fragili – come disabili, anziani e bambini – o a giovani, donne e adulti il discorso non cambia: il bullismo comporta gravi conseguenze sullo sviluppo psicofisico della persona e sulla sua inclusione sociale.
Per capire se una persona è vittima di bullismo si possono osservare alcuni cambiamenti nel suo comportamento quotidiano, tra cui ad esempio: ansia, tristezza o depressione, attacchi di panico, isolamento sociale o fobie sociali, lesioni fisiche.


Come aiutare le vittime di bullismo
Quando c’è il sospetto che una persona sia vittima di bullismo, la prima cosa da fare è senz’altro parlarne con lei, chiederle di confermare o di negare i propri dubbi. Ma non bisogna fermarsi alla prima risposta data: molto spesso le vittime di bullismo temono lo stesso trattamento per i loro cari, o si vergognano di non riuscire a difendersi.
Con l’utilizzo spasmodico delle tecnologie, il bullismo ha assunto nuove forme digitali ed è proprio questo il sintomo che maggiormente ci fa capire quanto sia importante partire dalla sensibilizzazione per contrastare l’evoluzione del fenomeno.
Il modo migliore per combattere il bullismo, infatti, è sensibilizzare le nuove generazioni sull’argomento, far loro comprendere l’importanza dell’uso delle parole, aiutarli a crescere con princìpi solidi e in ambienti sani dove prima di tutto prevale la condivisione e l’uguaglianza.