Disabili famosi: la fotografa Mari Katayama

Mari Katayama: una storia di arte, di fotografia, e di comunicazione al di là di qualsiasi ostacolo della vita.

Mari Katayama è una famosa artista multimediale di origine giapponese. Negli ultimi anni, ha scalato le vette del successo grazie alle sue incredibili fotografie che l’hanno portata alla 58esima Biennale di Venezia e all’ultima edizione della fiera Paris Photo.

Mari Katayama, stella indiscussa dell’arte contemporanea

Mari Katayama è nata nel 1987 con una patologia molto grave, l’emimelia tibiale. Questa condizione ostacola soprattutto lo sviluppo delle ossa delle gambe, ma nel suo caso ha interessato anche la mano sinistra –> Scopri le storie di tanti altri disabili famosi!

Attorno ai 10 anni, grazie a delle protesi, e dopo un’amputazione dolorosa dalle tibie in giù, Mari ha ricominciato un po’ alla volta a camminare. Non sono mancate altre difficoltà nella sua vita, come ad esempio il bullismo a scuola e la solitudine.


«Nessuno voleva avere a che fare con me. I tanti momenti di solitudine mi hanno fatto capire che esistevano modi diversi di comunicare oltre alle parole e alla gestualità»

Tuttavia, davanti a questi enormi ostacoli, Mari ha trovato la forza e il desiderio di reagire positivamente, di accettarsi e di mostrarsi al mondo, di comunicare attraverso l’arte ciò che la vita le ha chiesto di affrontare.


L’arte di provocare, sedurre e far riflettere

Nelle sue opere fotografiche, Mari Katayama ritrae se stessa, ma non solo, rielabora il suo accaduto e lo trasforma. Con il progetto Shadow Puppet, alla fiera internazionale Paris Photo, crea giochi di ombre che ritraggono le sue forme e la sua mano sinistra in un vedo-non-vedo elegante e seducente.

Mentre alla Biennale di Venezia del 2019 si è lasciata ispirare dalle bambole giapponesi «Onna-Bunraku» che camminano su mani e gomiti perché caratterizzate proprio dall’essenza delle gambe.

Non pensava di certo di diventare una delle artiste contemporanee più gettonate e prolifiche del nuovo millennio, eppure la sua arte tocca il cuore e l’animo di tutto il mondo e arriva fino in USA, dove il Museo d’arte dell’Università del Michigan ospita una intesa personale che raccoglie quasi tutte le sue creazioni.

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