Dalla rubrica Disabili famosi: Alex Zanardi e la sua seconda vita nata dopo l’incidente.
Alex Zanardi, pilota automobilistico e oggi paraciclista, è conosciuto nel mondo dello sport come un grande campione, ma prima di tutto come un grande uomo che ha trovato la forza di rinascere dopo un gravissimo incidente.
Il 15 settembre 2001, a 100 chilometri da Berlino, Alex Zanardi gareggia proprio a fianco del circuito dedicato a Michele Alboreto, un altro pilota italiano che ha perso la vita in pista. A undici giri dal termine, dopo essere rientrato per un rabbocco precauzionale di benzina, la visiera di Alex si sporca con schizzi di carburante, costringendo il pilota a pulirsi. Un’operazione che causa la perdita del controllo della vettura e un testa-coda che porta il pilota a un violento schianto contro Tagliani, un altro partecipante alla gara.
L’urto taglia di netto l’auto di Alex a metà, a livello delle anche, e subito le condizioni del pilota risultano gravissime, tanto che per fermare l’emorragia i medici ricorrono all’amputazione degli arti inferiori.
Quella di Alex Zanardi è solo una delle tante storie di disabili famosi, uomini e donne che dopo gravi incidenti hanno trovato la forza per reagire e rinascere, nonostante tutte le difficoltà –> Scopri la storia di Michel Petrucciani!
La rinascita: un percorso lungo una vita
Dopo l’incidente, le condizioni di Alex restano molto gravi a lungo e il processo di guarigione dalle numerose fratture e dall’operazione ricevuta richiede anni di terapie e di controlli costanti.
Ricomincia a pensare alla carriera solo quasi dieci anni dopo, accettando le protesi e insieme e a loro anche tante nuove esperienze, come ad esempio la proposta di condurre un programma televisivo su Rai 3.
Le Paralimpiadi e il ritorno nel mondo dello sport
Nel 2012, il suo carattere fortissimo riporta Alex in pista, ma stavolta sull’handbike alle Paralimpiadi di Londra. Per la prima volta nella sua carriera sportiva, Alex raggiunge il primo posto nel podio, conquistando proprio la medaglia d’oro.
Solo due anni dopo, porta a termine, in meno di 10 ore, la gara di triathlon più importante al mondo, la IronMan, che ha previsto 3,8 km a nuoto, 180 km di handbike e 42 km con la carrozzina olimpica.
Anche alle Olimpiadi di Rio del Janeiro non resta in disparte, portando a casa un argento nella prova dell’handbike in categoria H5 e un oro con la squadra italiana.