Conseguenze dell’ansia

conseguenze ansia

La quotidianità lavorativa e familiare spesso porta ad un vivere forzato, tempi e modi di gestire le relazioni sono dettati dall’esterno e a volte non si trovano le risorse per fronteggiare questa pressione. Può succedere che questa pressione continua provochi preoccupazioni eccessive e stati ansiosi.

Uno stato di ansia è dato dall’errata percezione di ciò che accade. In altri termini il fatto è dato, ma ciò che fa la differenza è la percezione dello stesso in relazione alle convinzioni e al modo di pensare delle persone. A titolo di esempio immaginiamo una persona che al lavoro si veda recapitare un nuovo pacco di pratiche da svolgere. A seconda della sua presenza e capacità di gestire l’evento, potrà cominciare ad andare “in ansia” per il sovraccarico, con il risultato di perdere lucidità nel lavoro; oppure, potrà fare un bel respiro e spostare al termine del lavoro che sta svolgendo l’analisi del nuovo materiale e la valutazione di come gestirlo.

In pratica ognuno di noi può avere schemi di pensiero ricorrenti. Alcuni di questi ostacolano l’elaborazione cognitiva e determinano un generale stato di insoddisfazione nei diversi aspetti della propria vita. Da un punto di vista emotivo, si vive uno stato di malessere che può essere descritto con termini come apprensione, paura, nervosismo, allarme, attesa ansiosa.

Lo stato di tensione vigilante vissuto dagli ansiosi rende il corpo e la mente non in grado di affrontare le difficoltà e aumenta l’incertezza dell’agire. Il soggetto ansioso tende a concentrarsi troppo sui propri sintomi, perdendo la concentrazione sulla realtà esterna e sull’interazione con l’altro/a, limitando così le capacità di ascolto e di osservazione, che invece sarebbero utilissime, soprattutto quando si è in difficoltà.

Le conseguenze dello stato ansioso possono essere transitorie o portare a manifestazione di situazione patologiche. In questo caso l’intervento da attivare è quello che si rivolge ai professionisti della patologie come gli psicologi, gli psicoterapeuti o altri professionisti abilitati alla cura.

Nel caso in cui l’ansia si mantenga nello spazio della difficoltà e del disagio non patologico può essere utile rivolgersi ad un Counselor, che ci permetterà di individuare le modalità migliori per superare il disagio. Il Counselor ci aiuterà a distinguere le preoccupazioni produttive da quelle improduttive, a gestire le nostre preoccupazioni, trasformandole in attenzioni, in tensioni positive che aiutano l’analisi e la soluzione dei problemi. Stimolerà la nostra consapevolezza e favorirà la nostra presenza attiva nelle relazioni, lasciando a margine le possibili fonte d’ansia.

Attraverso il dialogo, che ha radici nell’arte della maieutica di Socrate, il Couselor conduce il suo cliente con domande e feedback alla consapevolezza necessaria ad una ristrutturazione della realtà a partire dal presente, per comprendere come rendersi competente ed autonomo nella gestione dell’ansia.

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