Il Counselor biosistemico, nella sua pratica professionale, utilizza approcci e tecniche elaborate, in particolar modo, da Jerome Liss. Come abbiamo più volte ricordato nei post di questo sito, la persona non è costituita da funzioni divise l’una dall’altra, ma è un insieme organico di processi corporei, emotivi, mentali. Inoltre, l’individuo costruisce i propri percorsi esistenziali attraverso il complesso sistema di relazioni che costituisce il suo ambiente vitale: lavoro, famiglia, vita di coppia e così via.
Il Counselor biosistemico, perciò, considera l’individuo e il suo contesto vitale come un sistema vivente ricco di interconnessioni e di elementi che si reggono su equilibri e dinamiche in continua evoluzione. Il Counseling biosistemico sposta la sua attenzione dalla persona a questa costellazione di relazioni, alle modalità con cui le interrelazioni tra individuo e ambiente si esprimono, si comunicano, si realizzano.
Il benessere o il disagio di una persona è profondamente condizionato dal modo in cui ognuno vive il sistema di rapporti in cui è inserito. Compito del Counselor è supportare l’individuo nei momenti di crisi, aiutandolo a capire le ragioni del suo malessere. In particolare il Counseling biosistemico, la cui base teorica e pratica deriva dalle teorie dei sistemi, presta attenzione alla dimensione per così dire “ecologica” della relazione, coinvolgendo tutti i partecipanti e i protagonisti della relazione stessa, secondo appunto una logica di sistema.
L’obiettivo è aiutare il cliente a riconoscere e a superare blocchi emotivi e fisici, attraverso un’azione maieutica che esplora gesti, linguaggi, emotività, elementi consapevoli e inconsapevoli della relazione con gli altri. In questo modo si riuscirà a mettere a fuoco i nodi e le difficoltà che determinano disagio e sofferenza, e si riuscirà a elaborare le strategie concrete per risolvere le problematiche esistenziali e ritrovare una condizione positiva e di benessere.