Mangiare non è e non deve essere percepito come un semplice atto meccanico necessario esclusivamente ad alimentare l’organismo ma purtroppo così è per molti anziani che rifiutano il cibo. Cibarsi significa anche godere sensazioni piacevoli e gusti che trasmettono a chi li riceve benessere e soddisfazione. Pasti e cene sono occasioni importanti per stabilire un punto d’incontro con le altre persone, trovare una gratificazione a livello personale e di gruppo, passare momenti felici con la famiglia e i propri cari.
Nelle persone anziane, i rituali del pranzo, dell’appuntamento con i nipotini o i figli e delle colazioni con gli amici assumono grandissima importanza e influenzano notevolmente anche la salute. Accogliere ospiti a cena, curare la spesa con attenzione, preparare e guarnire la tavola con piccoli dettagli è un piacere sia per il fisico, sia per la mente. Negli anziani questo piacere a volte può però venire a mancare. Le ragioni sono differenti: depressione, perdita del coniuge, isolamento, malattie, difficoltà a digerire o a masticare. I motivi possono essere diversi, tuttavia, di solito ciò che toglie piacere al mangiare è proprio l’impossibilità di condividere pranzi e cene con altre persone.
Per non perdere l’entusiasmo nei confronti del cibo si dovrebbero prima di tutto evitare diete monotone, troppo rigide e “fai da te” oppure irregolari. Spesso la malnutrizione nell’anziano deriva proprio dalla pigrizia di consumare un pasto in solitudine o da un senso di infelicità e noia causato dall’essere soli in un momento che dovrebbe essere di piacere. Queste sensazioni sono avvertite spesso anche da single, giovani che vivono soli o adulti separati che da un giorno all’altro devono ristabilire le abitudini quotidiane.
Consigliamo quindi di variare l’alimentazione a ogni appuntamento con la tavola, senza sottovalutare le indicazioni del proprio medico. A nessuno piace mangiare da solo, ma qualche ricetta semplice e allo stesso tempo fantasiosa può stimolare l’appetito e risvegliare la voglia di coccolarsi con un’alimentazione curata.
Al contrario, una dieta monotona, poco varia e che ripropone sempre gli stessi alimenti – per quanto questi possano essere buoni e salutari – comporta naturalmente un calo del desiderio nei confronti del cibo. Ecco perché vi sono anziani che rifiutano il cibo: si sistemano controvoglia a tavola, mangiano senza soddisfazione o arrivano addirittura a rifiutare completamente il mangiare. La malnutrizione nell’anziano porta con sé non poche conseguenze spiacevoli: astenia fisica e psichica, poca resistenza alle malattie infettive, depressione, stanchezza eccessiva, sonno e carenza di costituenti fondamentali. Per invogliare gli anziani che rifiutano il cibo a mangiare è quindi necessario aiutarli ad organizzare una dieta varia che razionalizza nell’arco della giornata tre pasti principali e almeno due spuntini.
Per approfondire l’argomento, vi rimandiamo a questo precedente post dedicato all’alimentazione degli anziani e al pdf “Alimentazione nella terza età. Tradizioni e significati socio-culturali del cibo” di geriatriaonline.it.