Speranze di vita indipendente.

I tagli del governo cambiano (e complicano) la vita dei disabili. Nel frattempo, le associazioni non si fermano e continuano a lottare per  i propri diritti.

A Milano, centinaia di manifestanti combattono per ripristinare i fondi sociali sottratti ai disabili. Mentre a Roma si aspetta il tavolo di discussione sulla non autosufficienza.

Il diritto alla vita indipendente è stato sancito nel 1998 dalla legge 162 e ribadito nell’articolo 19 della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità. Il progetto prevede finanziamenti da parte dello stato, delle regioni e dei comuni per aiutare i diversamente abili a condurre una vita autonoma. Negli ultimi anni, però, ogni progetto è diventato irrealizzabile perché i fondi sono stati tagliati e in molti casi azzerati. Il sistema non funziona più, quindi, e va riadattato al nuovo piano economico del paese.

Le associazioni che sostengono i disabili pretendono di chiarire questa situazione che non aiuta, e addirittura complica, la vita di chi è in difficoltà. Ledha, in particolare, presenta le sue richieste al governo, alla regione Lombardia, alle provincie e ai comuni in un programma dettagliato in cui sollecita interventi e risposte immediati.

Mariangela Lamanna, del Comitato 16 novembre, dopo aver ottenuto il tavolo di discussione sulla non autosufficienza, previsto per il 9 luglio, commenta l’incontro con il sottosegretario al ministero dell’economia e delle finanze, Gianfranco Polillo: Abbiamo dovuto battagliare molto perché il sottosegretario ci ha detto che, a parte i tempi di crisi, non si può finanziare qualcosa che non è stato sottoposto al vaglio del ministero. Il piano che il ministro Fornero si era impegnata a rendere noto entro 30 giorni non è mai stato inviato. Abbiamo quindi preteso un aggiornamento da qui a 30 giorni con tutti i ministeri competenti, perché non ci sia più nessun rimpiattino”. 

Nel frattempo, migliaia di persone non hanno l’assistenza necessaria per ricevere le cure e le attenzioni di cui avrebbero bisogno e vivono sulle spalle delle famiglie, illusi dalla speranza di vivere, un giorno, la loro vita indipendente.

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