Come aiutare i bambini e i ragazzi non vedenti a scuola? Ecco alcuni consigli utili per gli insegnanti.
La quinta B è in subbuglio: i ragazzi si prepara al compito di matematica. Per molti è una vera impresa, per altri un giochetto da ragazzi. Per Denny, invece, ogni compito è una grande sfida. Denny è un ragazzo non vedente che frequenta la scuola media di Bari. Usa il computer per studiare, l’ipod per ascoltare i libri e da grande vuole fare l’insegnante.
In Italia non sono pochi i bambini non vedenti a scuola. Per aiutarli a leggere, studiare e seguire le lezioni, è importante che gli insegnanti conoscano bene il loro grado di disabilità. Solo in questo modo possono suggerire dei metodi di studio efficaci, pensare dei programmi di apprendimento personalizzati e consigliare l’utilizzo di sussidi adatti.
I ragazzi come Denny non possono essere lasciati a loro stessi, anche se hanno bisogno di sviluppare una propria autonomia. Al contrario, devono prima di tutto essere aiutati a conoscere la loro disabilità, in modo da sviluppare delle strategie alternative di apprendimento.
È altrettanto importante, per bambini non vedenti a scuola, usare i sussidi che possono facilitare lo studio concreto e agevolare le rappresentazioni mentali. Non tutti i sussidi sono adatti a tutti i ragazzi: i mezzi di studio devono essere scelti attentamente in base alle propensioni di ogni persona e devono essere usati correttamente fin da subito.
Il Braille, il sistema di scrittura che usa i puntini in rilievo inventato nell’Ottocento da Louis Braille, è senza dubbio un punto di riferimento per i bambini non vedenti a scuola, ma sono di grande aiuto anche molte delle nuove tecnologie, come i tablet e i computer con sintetizzatore vocale, oppure i libretti tattili e quelli sonori.