Per quanto riguarda le leggi sulla disabilità, dai primi mesi del 2013, l’INPS ha messo a disposizione la “Comunicazione tecnico scientifica per l’accertamento degli stati invalidanti correlati alla SM”, elaborata in collaborazione con l’Aism (Associazione Italiana Sclerosi Multipla). Questo documento serve al medico specializzato dell’INPS per consultare delle linee guida attraverso cui confermare le condizioni della persona con sclerosi multipla che richiede l’invalidità civile. La guida vuole quindi essere un supporto alla valutazione della disabilità a livello medico-legale e aiutare il riconoscimento delle agevolazioni in base alla legge 104 a fini lavorativi.
Il documento è necessario perché, a differenza di altre disabilità, la sclerosi multipla è una patologia che presenta diversi sintomi che si alternano in periodi di staticità, progressione e regressione. Ecco perché la valutazione degli stati invalidanti della malattia richiede analisi complesse che devono considerare diversi sintomi, disturbi e problematiche. Le linee guida stilate permettono adesso di non sottovalutare le diverse condizioni delle persone con sclerosi multipla e di riconoscere loro l’invalidità civile e la disabilità lavorativa (vedi l. 68/99) in modo più trasparente rispetto agli anni passati. La comunicazione tecnico scientifica integra inoltre le linee guida già introdotte dall’INPS per l’accertamento degli stati invalidanti.
La particolarità della sclerosi multipla deriva dal fatto che obbliga le commissioni responsabili delle valutazioni a considerare molti sintomi e molte situazioni che caratterizzano la malattia. Di conseguenza, il procedimento richiede analisi complesse e molto impegnative. Per valutare gli stati di invalidità civile causati dalla sclerosi multipla, le commissioni e i medici si affidano alla scala clinica EDSS (Expanded Disability Status Scale): uno strumento convenzionale di misurazione delle disabilità neurologiche. Questa scala prevede un punteggio che va da 0 (esame neurologico normale) a 10 (che corrisponde al decesso).
La scala EDSS tende però a dare più importanza alle problematiche che influiscono significativamente sulla deambulazione, mentre sottovaluta i disturbi di natura cognitiva, la fatica, il dolore neuropatico, le disabilità agli arti superiori e gli effetti collaterali derivanti dall’uso dei farmaci. Infatti, se una persona presenta un EDSS di livello 4 o maggiore che influisce direttamente sull’autonomia di spostamento sarà valutata come portatrice di handicap superiori rispetto a chi presenta esclusivamente problematicità neurologiche e cognitive. Questo perché – secondo la commissione che ha pubblicato le nuove linee guida – il dolore e la stanchezza sono difficilmente misurabili e troppo soggettivi; si alternano inoltre a fasi di peggioramento e miglioramento troppo frequenti per determinare una vera e propria invalidità civile grave.
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