Come la cucina può cambiare la vita dei disabili, trasformarsi in un’attività educativa e diventare una vera e propria professione.
Chi ama cucinare lo sa bene: preparare da mangiare a se stessi, o agli altri, non significa solo passare ore tra i fornelli per alimentarsi come si deve. Cucinare è una vera e propria arte che mette in gioco il fisico, la testa e il cuore.
Anche nell’ambito della disabilità, i laboratori di cucina possono rivelarsi attività incredibilmente interessanti ed efficaci, sotto tanti punti di vista. Consentono infatti di perfezionare la manualità e la coordinazione delle dita, di mettere in moto la fantasia sperimentando idee, di realizzare con le proprie mani qualcosa di buono, piacevole e concreto per dimostrare affetto a se stessi o agli altri.


Naturalmente, così come creatività e fantasia sono fondamentali tra i fornelli, anche lo spazio, la cura dell’ambiente e la personalizzazione dei complementi meritano la loro parte –> Scopri di più su come rendere la cucina adatta ai disabili!
Attrezzare la cucina di casa per i disabili
Soprattutto negli ultimi anni, le possibilità di personalizzare la casa a misura di disabile sono aumentate a livello esponenziale. Le nuove tecnologie hanno portato, anche in cucina, tantissime variabili, tra cui ad esempio:
• piani di lavoro ad altezza variabile
• pensili scorrevoli dal basso all’alto
• componenti sospesi per facilitare il passaggio di sedie a rotelle
• tavoli a rotelle
• piastre a induzione per semplificare i movimenti “ai fornelli”
• forni programmabili


Ristorazione solidale: in cucina con la disabilità
Da Nord a Sud, sono tantissime le attività imprenditoriali in ambito culinario che hanno deciso di dare spazio, all’interno dei loro team, anche alle persone con disabilità. E non mancano neanche quelle interamente gestite dai disabili.
Citiamo ad esempio Cascina Coriasco, della Cooperativa Sociale Cascina Bianca, e i suoi cuochi e camerieri con disabilità intellettiva o relazionale; ma anche la Locanda dei Girasoli che mette insieme ragazzi con Sindrome di Down; oppure il Caffè Basaglia che vede impegnate altrettante persone con patologie mentali diverse e PizzAut, uno spazio di inclusione gestito da ragazzi con autismo.


Gli esempi non mancano in tutta la Penisola e confermano l’importanza del rapporto che può crearsi tra disabili e cucina. Un rapporto che può portare alla scoperta di una passione, ma anche a intraprendere un percorso professionale con diversi sbocchi lavorativi.