Disabili al lavoro: diritti e tutele

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La legislazione italiana offre tutele specifiche per i cittadini con disabilità mentali o fisiche tali da limitare le loro possibilità di svolgere un lavoro e di avere fonti di reddito stabili.

Nonostante queste normative, tuttavia, in Italia risultano 750mila le persone con handicap iscritte alle liste di collocamento e, secondo l’Istat, l’80% di queste continua a cercare un posto senza trovarlo. La crisi economica in atto, poi, ha ulteriormente aggravato la situazione, per cui dal 2008 l’occupazione di chi è costretto a vivere su una sedia a rotelle, o con altre disabilità non estremamente gravi, si è ridotta di oltre un terzo.

Eppure sono previste numerose agevolazioni per le imprese che assumono persone con disabilità, a cominciare dalle detrazioni fiscali riservate a chi lo fa pur non avendone l’obbligo, che per legge è collegato al numero di dipendenti. Un altro incentivo importante è il rimborso parziale e in alcuni casi totale delle spese sostenute per adattare le postazioni di lavoro, acquistare tecnologie per il telelavoro e abbattere le barriere architettoniche.

Altri importantissimi provvedimenti riguardanti l’inserimento nei posti di lavoro, come vedremo nei prossimi post, sono disciplinati dalla legge 68/99.

Questo strumento legislativo definisce le procedure per favorire il collocamento mirato delle persone con disabilità fisiche e mentali, lievi o gravi, all’interno di un contesto lavorativo. Per farlo, introduce un metodo d’avviamento al lavoro che, partendo da una valutazione delle abilità della persona interessata, progetta percorsi di affiancamento ad hoc. L’obiettivo di questo programma è raggiungere un livello di prestazione professionale soddisfacente sia per il lavoratore, sia per l’ente o l’azienda che l’ha assunto.

La legge 68/99 non prevede alcuna forma di assistenza, ma introduce esclusivamente accompagnamenti limitati nel tempo, volti a insegnare il corretto svolgimento di una specifica mansione lavorativa.

Benché non riguardi direttamente la problematica del diritto al lavoro per le persone con disabilità, è opportuno ricordare che esistono agevolazioni anche per le loro famiglie. Ad esempio, i genitori che lavorano nel settore pubblico o privato, con figli che hanno handicap lievi, gravi o gravissimi, possono richiedere un congedo retribuito di due anni, anche se il loro contratto di lavoro è a tempo determinato e non prevede assicurazioni per maternità.

In un prossimo futuro, sono previsti ulteriori miglioramenti legislativi. Una recente normativa, infatti, aumenterà i controlli dell’Ispettorato del Lavoro nei confronti di tutte le imprese. Si accerterà che ogni azienda assuma regolarmente persone con disabilità in un numero preciso, stabilito per legge in rapporto al totale degli addetti. La riforma limiterà anche gli abusi da parte di quelle aziende che richiedono esoneri ingiustificati – totali o parziali – dall’obbligo di assunzione di persone con disabilità.

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