Albert Einstein e la dislessia

Albert Einstein tra scuola, genio e dislessia.

Insieme a Newton, Albert Einstein è considerato il più grande scienziato di tutti i tempi. Pochi sanno che, nonostante la sua intelligenza, Albert iniziò a parlare molto tardi in confronto ai suoi coetanei, imparò a leggere solo all’età di 9 anni e socializzò decisamente poco nella sua vita. C’è chi ipotizza che fosse affetto da una lieve forma di autismo, chi lo definisce semplicemente un’intelligenza alternativa e chi, invece, conferma la teoria (da lui stesso affermata) che fosse dislessico.

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Ma che cos’è la dislessia? Per mostrare che cosa vuol dire soffrire di questo disturbo, Britton, un designer inglese, ha creato un carattere tipografico che imita quello che vedono le persone dislessiche alle prese con qualsiasi testo scritto. Ecco un esempio:

In sostanza, la dislessia è un Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), impedisce di leggere velocemente e correttamente, di elaborare e comprendere un testo scritto. Non si tratta di un deficit sensoriale, né di ridotte capacità intellettive, tanto è vero, appunto, che addirittura Albert Einstein ne soffriva.

Albert Einstein a scuola

Si dice che, tra i banchi scolastici, Einstein avesse un rendimento molto discontinuo e pessimi voti in molte materie. La «leggenda» è vera, ma solo in parte: Albert infatti era decisamente brillante solo in alcune discipline – quelle matematiche e scientifiche – mentre presentava numerose lacune in quelle letterarie, nonostante un talento particolare in latino, materia assai simile alla matematica per quanto riguardano la mole di regole e la loro applicazione.

Questi alti e bassi erano sicuramente influenzati anche dal fatto che la sua famiglia continuò per molto tempo a spostarsi da una città all’altra della Germania e della Svizzera. Lo zio di Albert, inoltre, avvicinò molto presto il futuro genio della fisica a uno studio «alternativo» della matematica, uno studio fatto di giochi e di sfide, molto lontano dal classico metodo didattico tedesco.

Possiamo ipotizzare che sia iniziata così la predisposizione di Albert a guardare le cose da punti di vista diversi, prima tra tutte la scuola: a 16 anni, infatti, cercò di entrare al Politecnico di Zurigo senza avere l’età minima richiesta, né un diploma liceale; fu respinto al primo tentativo proprio a causa delle lacune in letteratura, ma accettato l’anno dopo.

I doni della dislessia

Neppure trentenne, Albert Einstein rivoluzionò la fisica dell’epoca, forse anche e soprattutto grazie alla dislessia: riuscì infatti a comprendere i concetti di spazio e di tempo solo molto tardi, cosa che gli permise di considerarli con un’ottica nuova e diversa.

Einstein non fu l’unico dislessico a conquistarsi un posto rilevante nella storia, insieme a lui ricordiamo Mozart, J. F. Kennedy, Walt Disney, Andy Warhol: sono solo alcuni dei tanti nomi che testimoniano quanto le diversità possano arricchire il mondo.

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