Il Counseling espressivo, o Art Counseling, si sintonizza con le discipline legate all’arte-terapia ed è una particolare relazione d’aiuto che si basa sulla creatività, il gioco, il movimento. Come ogni forma di Counseling, non ha una funzione psicoterapeutica, ma si propone come sostegno per le persone che vivono situazioni di disagio dovute a comportamenti poco funzionali nel rapporto con sé e con gli altri. Tuttavia, grazie alle sue peculiarità, può essere inserito, in sinergia con il lavoro di altri professionisti, anche in programmi di trattamento per disturbi gravi come la schizofrenia e l’autismo.
Il campo d’azione proprio del Counseling espressivo, comunque, rimane quello del supporto per affrontare il disagio che può coinvolgere, in forme diverse, bambini, ragazzi, adulti di ogni età. Per fare alcuni esempi: giovani con difficoltà relazionali, donne con depressione post-partum o da menopausa, anziani demotivati alla vita. In questi casi il Counselor aiuta il cliente a ritrovare un equilibrio con il proprio Sé incoraggiandolo a esprimersi attraverso la creazione di un oggetto, a tradurre le sue emozioni in un’immagine, un movimento di danza, una scultura, un racconto. Grazie all’espressione artistica, la persona è spinta a comprendere e a comunicare i propri desideri, le proprie insicurezze e il proprio malessere non attraverso la funzione logico-razionale ma attraverso quella analogico-intuitiva.
Il lavoro artistico stimola la creatività e la capacità di percepire il disagio in modi diversi, favorisce lo spostamento di piano, permette inquadrature diverse della situazione e consente di cogliere il seme della soluzione nel problema stesso. Attiva un processo di ristrutturazione emotiva e successivamente riflessiva di quanto sta accadendo alla persona, riattiva il potere dell’intuizione e genera nuove energie per affrontare le difficoltà presenti.
La fiducia e l’empatia che si genera con il Counselor aiuta a individuare le ragioni del disagio e a sviluppare insieme le azioni concrete per superarlo. Proprio per l’importanza cruciale che assume la dimensione del “fare”, lo spazio di un Counselor espressivo assomiglia di più a un laboratorio dove, tra fogli di carta di ogni tipo e dimensione, matite e pennarelli colorati, teli e stoffe, gomitoli di lana, forbici, colla, strumenti musicali, si appronta quel particolare contesto di crescita in cui la persona viene spinta a creare, giocare, sperimentare e a dare significato a ogni cosa che fa.