Le dinamiche economiche e le dimensioni globali dei mercati richiedono a ogni impresa di confrontarsi continuamente con il cambiamento. Tendenze emergenti e competitori agguerriti impongono di mettersi costantemente in gioco e di rinnovarsi. Si tratta di un processo che non riguarda solo l’aspetto tecnologico, ma prima di tutto le risorse umane. Sempre di più, infatti, la forza di un’organizzazione si basa sulle qualità delle persone, chiamate di continuo a sviluppare nuove competenze, a migliorarsi, a investire sulla propria professionalità.
Per questo il capitale umano è la vera ricchezza di un’organizzazione. E, per questo, è necessario che le persone vivano il cambiamento e le relazioni di lavoro senza stress, ma in una condizione che favorisca la condivisione degli obiettivi aziendali, che gratifichi e spinga a dare sempre il meglio di sé. Altrimenti possono generarsi situazioni di disagio e di disaffezione che pesano sul rendimento e sui rapporti con i clienti e tra colleghi, con il rischio, perciò, che si riduca l’efficienza e la qualità di tutta l’organizzazione.
Per un’impresa è sempre più strategico porsi l’obiettivo di come migliorare le relazioni di lavoro. Non solo, ovviamente, intervenendo quando emergono situazioni negative, ma anche programmando piani di prevenzione del disagio. Ci sono alcune figure professionali che, in questo senso, possono essere d’aiuto e, sicuramente, un Counselor esperto può dare un contributo importante.
Compito del Counseling organizzativo e lavorativo è, in generale, promuovere il benessere accrescendo il coinvolgimento delle persone. Maggiore, infatti, è il senso di appartenenza a un’organizzazione, di cui si condividono valori, pratiche e linguaggi, maggiore sarà la motivazione al lavoro, maggiore sarà la soddisfazione e il significato che si dà al proprio lavoro. Numerose ricerche hanno dimostrato che, nel lungo termine, tutto il sistema azienda ci guadagna in termini di efficienza e professionalità quando, chi lavora, si sente parte di un sogno aziendale, quando avverte di avere un ruolo, di essere protagonista e non un semplice esecutore.
Per ottenere questi risultati, bisogna agire in modo sinergico sulle competenze trasversali di ognuno: quelle che riguardano la propria identità professionale; e quelle che mettono in gioco l’aspetto emotivo-relazionale. Da una parte si cerca di valorizzare le capacità individuali, aiutando a capire quali sono le proprie effettive potenzialità e i margini di miglioramento. Dall’altra si aiuta a gestire le relazioni all’interno dell’ambiente di lavoro, risolvendo le eventuali difficoltà di rapporto con l’organizzazione (colleghi, superiori, management, ecc.).
Questa duplice azione, che cerca di trovare il punto di equilibrio tra dimensione professionale e relazionale, consente di affrontare le più diffuse forme di stress e di disagio lavorativo: la resistenza al cambiamento, la demotivazione, la conflittualità, la scarsa produttività, l’assenteismo e la gestione del tempo.