Giochi per stimolare la concentrazione nei Bambini

Stimolare la concentrazione: giochi e idee per preparare i bambini a vivere la scuola con armonia.

Ogni età richiede i suoi tempi, così come ogni bambino è unico a modo suo. Partiamo da questa considerazione per cercare di capire come possiamo preparare i più piccoli a ciò che li attende fuori dalla scuola dell’infanzia: la scuola elementare, con tutte le scoperte, le emozioni e le prove che ne fanno parte.

Quando si parla di stimolare la concentrazione nei più piccoli, bisogna sempre tenere a mente che cosa serve per raggiungere qualsiasi risultato:
• gradualità degli obiettivi;
• tempi realistici;
• diversificazione degli stimoli.

Gradualità degli obiettivi
Non possiamo chiedere a un bambino di affrontare qualcosa che non conosce e, soprattutto, di cui non ha ancora acquisito esperienza. Un passo alla volta, ogni bambino può riuscire a disegnare una casa, leggere l’orologio, recitare una poesia, ricordare i giorni della settimana e via così. Per portarlo a ottenere questi risultati è fondamentale quindi proporre stimoli e attività che lo guidino gradualmente fino alla meta.

Il gioco: mettiamo ad esempio che l’obiettivo sia imparare i nomi delle stagioni. Partendo da una presentazione delle 4 stagioni, si possono strutturare attività per tutto l’anno, con album dei ricordi, percorsi sensoriali, uscite al parco ad ammirare i colori della natura che cambiano e via così. Un po’ alla volta, nel corso del tempo, i bambini impareranno a riconoscere in modo spontaneo e naturale l’autunno dalle foglie rosse, l’inverno dalle montagne bianche, la primavera dalle margherite e l’estate dal sole splendente in cielo.

Tempi realistici
Le tempistiche vanno di pari passo con gli obiettivi graduali. Non possiamo pretendere che un bambino impari i nomi delle 4 stagioni nello stesso tempo che ci metterebbe un adulto a imparare i nomi dei 7 nani. Ricordiamoci che l’apprendimento nozionistico non fa per i bambini perché loro hanno bisogno di imparare nel miglior modo possibile: tramite l’esperienza, l’imitazione e le emozioni.

Questo non significa che i bambini non debbano essere stimolati o messi alla prova, ma neanche che debbano confrontarsi costantemente con le aspettative degli adulti.

Il gioco: se l’obiettivo è insegnargli a fare le cose con concentrazione, con calma e mettendoci attenzione, la prima cosa da fare è lasciar loro il tempo necessario per non essere presi dall’ansia di finire. In questo senso si possono proporre dei giochi simpatici che ironizzano sull’impazienza, come ad esempio «Il disegno infinito». In questo gioco vince chi finisce per ultimo di colorare il suo disegno, di conseguenza per non perdere ci si può prendere tutto il tempo necessario per ogni spennellata.

«L’attenzione del bambino non può essere trattenuta artificialmente dal maestro, ma è stimolata da un oggetto: l’attenzione si fissa su di esso come se corrispondesse a un impulso interiore, impulso che, evidentemente, si rivolge solo verso le cose che sono necessarie al suo sviluppo»
Maria Montessori, L’autoeducazione

Diversificazione degli stimoli
Abbiamo detto che i bambini non devono essere né annoiati né eccessivamente stimolati. Dunque, come possiamo raggiungere un equilibrio ideale per tutti? Il segreto è cambiare spesso attività, seppur mantenendo un filo logico conduttore.

Il gioco: se l’obiettivo resta incoraggiare la concentrazione, i risultati possono arrivare da attività molto diverse tra loro. Ad esempio: percorsi a squadre da eseguire senza far cadere una pallina da ping-pong posata su un cucchiaio oppure con un bicchiere d’acqua da riempire gradualmente come durante una staffetta. I semplici giochi di tutti i giorni possono rivelarsi i migliori alleati per stimolare la concentrazione nei bambini.

Un altro ottimo sistema per abituare i bambini alla concentrazione è educarli giocosamente al silenzio (una modalità suggerita anch’essa dalla pedagogia montessoriana). Il silenzio, infatti, a differenza del caos e del rumore che disorientano e distraggono, aiutano i piccoli a concentrarsi meglio e ad acquisire la capacità di organizzarsi in modo tranquillo e ordinato.

Inserire brevi intermezzi silenziosi, in classe, si stimola il bambino non solo a concentrarsi, ma anche ad apprendere meglio, a memorizzare più facilmente, ad entrare più profondamente in contatto con i propri bisogni e le proprie risorse interiori.