Tecnologie, robot e anziani: il nuovo progetto Mario Kompai trova spazio in corsia alla «Casa Sollievo della Sofferenza».
Nel 2017, una nuova rivoluzione tecnologica ha cambiato, quasi radicalmente, il mondo dell’assistenza agli anziani. Stiamo parlando del progetto Mario Kompai, destinatario dei finanziamenti della Commissione Europea e protagonista assoluto della fase pilota presso la «Casa Sollievo della Sofferenza».
Chi ha detto che robot e anziani non sono un connubio possibile dovrà ricredersi perché il nuovo progetto Mario Kompai prevede proprio l’affiancamento di un «umanoide» al personale dedicato all’assistenza.
–> Scopri come la tecnologia può aiutare gli anziani!
Letteralmente, «kompai» significa «compagno» e si propone come un alleato, non come un sostituto. Ciò significa che non è stato creato con l’intento di lasciare gli anziani alla mercé della tecnologia, piuttosto di assisterli con più efficienza soprattutto nei casi più complessi di demenza senile.
Con l’avanzare dell’età media e il miglioramento delle condizioni di salute e di benessere della popolazione, l’Organizzazione mondiale della sanità non poteva non affrontare il tema dell’assistenza in chiave moderna e approvare, con altrettanta sicurezza, l’idea di Riccardo Puglisi, il professore universitario italiano inventore del progetto.
Al fianco di Mario Kompai troviamo, in tutto il mondo, diversi progetti in fase di sperimentazione: primo tra tutti il giapponese «Robot revolution initiative» e l’americano «National robotics initiative». Mario Kompai nasce all’interno del progetto europeo Sparc e, tuttora, promette grandi cambiamenti per la sanità e l’assistenza del nostro Paese. La sperimentazione in corso presso la proprietà del Vaticano «Casa Sollievo della Sofferenza» procede tuttora con ottime aspettative e, parallelamente, si aggiunge al panorama dell’assistenza italiana anche il progetto R1 di Giorgio Metta all’Iit di Genova.