Negli ultimi anni, il mondo della sanità si è particolarmente interessato all’aspettativa di vita delle persone disabili con ritardo mentale, al loro benessere e alla loro autonomia. In Italia il 61% delle persone con sindrome di Down, ad esempio, ha più di 25 anni e vive all’incirca fino a 60. Questo aumento della vita media comporta nuove prospettive e nuovi bisogni. Le persone con ritardo mentale, infatti, vivono per lo più assieme ai genitori che, invecchiando, riescono difficilmente a occuparsi dei figli in tutto e per tutto. Per questo nel nostro paese stanno consolidandosi numerosi progetti per l’autonomia delle persone con disabilità mentali. L’obiettivo di questi progetti è trasmettere una serie d’informazioni utili per affrontare la vita di tutti i giorni fin dai primi anni di vita, a cominciare dal lavoro scolastico e da semplici mansioni quotidiane.
“House and Work” di Padova è uno degli esempi che cerca di dare un futuro anche all’autonomia dei disabili adulti, attraverso un programma che coinvolge persone che hanno concluso la scuola superiore. Questo progetto prevede l’insegnamento della gestione della vita quotidiana in casa: dalle pulizie alla gestione di pranzo, spesa e denaro alla scelta dei supermercati e dei prodotti fino alla gestione di un conto bancario e alla relazione con i dipendenti dei luoghi pubblici. Il progetto si propone come alternativa al CEOD (Centro Educativo Occupazionale Diurno), è molto meno costoso e offre esperienze di vita integrate, ma soprattutto non limitate a una singola mansione ripetitiva quotidiana.
Un altro progetto significativo per l’autonomia dei disabili parte dall’AIPD di Roma. L’Associazione Italiana Persone Down offre infatti un corso di educazione per adolescenti con sindrome di Down rivolto a ragazzi dai 15 ai 20 anni. L’AIPD ha con il tempo diffuso i corsi in molte città e oggi esistono ben 25 sedi dell’associazione in tutto il paese che si trovano presso ASL, comuni e centri sociali. Anche in questo caso il corso di autonomia prevede diversi obiettivi volti a trasmettere competenze utili per vivere in casa e fuori casa da soli. Saper fornire i propri dati, usare i telefoni pubblici, leggere e seguire indicazioni stradali, riconoscere le fermate di autobus, metro, taxi, ma anche contare il denaro, calcolare il resto dopo un acquisto, ambientarsi in supermercati, negozi, bar, cinema sono solo alcuni degli argomenti affrontati ogni giorno dai ragazzi con disabilità mentali che frequentano il centro AIPD.
Questi e molti altri progetti ci aiutano a progredire verso una civiltà che rispetta e tutela il benessere di ogni singola persona, anche e soprattutto di chi convive ogni giorno con la disabilità; una civiltà che non vuole, e non deve, rinunciare ad una prospettiva di “vita adulta”.