La disabilità intellettiva e relazionale è una patologia irreversibile di natura genetica (sindrome di Down) o biologica. La cause biologiche possono originarsi in diversi momenti della vita: prima della nascita (cause pre-natali), durante il parto (prematurità, asfissia), patologie post parto (encefaliti, meningiti, traumi cranici). Le maggiori patologie che causano disabilità intellettiva e relazionale sono le encefaliti infantili, la Sindrome di Down e l’autismo.
La disabilità intellettiva comporta, nella maggioranza dei casi, alcune malattie psichiatriche come ad esempio psicosi, depressione, disturbi della condotta, disturbi dell’ansia, disturbi affettivi, deficit dell’attenzione e iperattività.
Queste patologie sono certamente fonte di difficoltà, ma in Italia l’inclusione sociale delle persone con disabilità intellettiva e relazionale sta osservando un notevole miglioramento. Il nostro paese sta finalmente superando, un po’ alla volta, i pregiudizi che, purtroppo, alcuni decenni fa emarginavano i disabili sugli ultimi gradini della società. Grazie all’aiuto delle numerose associazioni che lottano e lavorano per aumentare la qualità della vita delle persone con disabilità fisiche e mentali, oggi moltissimi bambini, ragazzi e adulti imparano a vivere da soli, cucinare, accogliere gli ospiti, svolgere alcune mansioni lavorative, praticare uno sport regolarmente e farsi amare in tutta la loro meravigliosa unicità.
Le definizioni di handicap e disabilità sono espresse anche nel messaggio n. 23991 di INPS in cui si stabiliscono i criteri per rilasciare certificati di handicap (ai sensi della Legge 104/1992) e applicare le agevolazioni alle assunzioni (ai sensi della Legge 68/1999).
Fonte: Fondazione Piatti