La musica può essere un grande aiuto per le persone affette da malattie neurologiche, soprattutto negli anziani che soffrono del morbo di Alzheimer.
L’Università di Pisa si è occupata di studiare questa terapia sui pazienti e ha dimostrato la presenza, nel cervello, dell'”area dei ricordi musicali” (tecnicamente parlando, la corteccia mediale prefrontale), che resta integra nonostante la degenarazione che la malattia produce.
Un esperimento di musicoterapia è stato effettuato con l’Inno di Mameli, le cui parole “O’sole mio”, come anche quelle di canti popolari molto conosciuti, non vengono dimenticate mai, e sono cosi capaci di superare la forza di una tale malattia. Addirittura sembra che note ascoltate e memorizzate in passato siano comunque ricordate, se si stimola il paziente a cantarle.
“La musicoterapia si sta dimostrando sempre più un valido supporto di cura capace di migliorare e ridurre i disturbi comportamentali”, afferma Michelangelo Mancuso, della Clinica Neurologica all’Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana, “sembra infatti rappresentare una via d’accesso privilegiata per contattare il cuore dei malati che, malgrado la forte degenerazione mentale, preservano intatte certe abilità e competenze musicali fondamentali quali l’intonazione, la tonalità ed il ritmo.”
Importante sottolineare che che musicoterapia non è la guarigione, ma soltanto un particolare tipo di cura. Il decorso della malattia non cambia. E’ solo un approccio nuovo per favorire il miglioramento delle condizioni di vita del paziente.