Negli scorsi mesi, il Consiglio dei Ministri ha programmato un piano che dovrebbe portare a regime le casse dello stato quanto basta per non dover aumentare l’iva e per rinforzare la produttività e le detrazioni fiscali. Il testo sulla Legge di Stabilità approvato assieme ai nuovi provvedimenti non sembra purtroppo favorire il futuro delle persone con disabilità.
Sanità e assistenza, a quanto pare, sono le prime categorie a subire tagli per aumentare la cassa dello stato.
Vediamo dunque alcuni dei provvedimenti approvati.
- Iva, Imu e Irpef: dal primo luglio 2013, l’Iva aumenterà di un punto e passerà dal 21 al 22%. Le aliquote più basse dell’Irpef scenderanno invece di un punto: dal 23% si passerà a un 22% (per redditi fino a 15.000 € all’anno), mentre l’aliquota del 27 passa al 26% per i redditi dai 15.001 ai 28.000 € annui. Il Governo ha poi modificato il testo di legge riguardante gli immobili non commerciali, per cui anche la Chiesa, dal 1 gennaio 2013, dovrà adempiere alle sue responsabilità fiscali. Le pensioni di guerra e di invalidità, infine, saranno soggette a Irpef;
- sanità: la sanità subirà conseguenze a dir poco drastiche considerando l’attuale condizione generale scadente, specialmente in alcune zone del paese. Si parla di una riduzione di un miliardo e mezzo di € a partire dal 2013 a carico del sistema sanitario nazionale. Di conseguenza, l’obiettivo porta all’unica soluzione di diminuire l’acquisto di dispositivi medici. Sommando i tagli già approvati lo scorso giugno 2012, le riduzioni attualmente richieste sono a dir poco insostenibili. Lo confermano le campagne politiche del Pd, i sindacati, la Camusso e il Ministro Renato Balduzzi che hanno scongiurato modifiche al programma fino all’ultimo, senza ottenere purtroppo grandi risultati;
- assistenza anziani e disabili: con l’approvazione del progetto in questione, si andrà a tagliare i permessi delle persone che usufruiscono della legge 104 per l’assistenza di anziani e disabili a carico. La legge 104 permette infatti di godere di permessi lavorativi per assistere persone malate della propria famiglia, o almeno questo era quello che permetteva prima delle nuove modifiche. Ad oggi la legge 104 prevede di poter richiedere permessi lavoriativi (pari a tre al mese) per assistere esclusivamente se stessi, coniugi o figli. Nel caso in cui ci sia la necessità di assistere genitori anziani ci si vedrà diminuita la retribuzione del 50%.
Anziani e legge 104 non viaggiano insomma in parallelo, il Governo sembra contare sempre di più sull’autonomia delle nuove generazioni, ma non considera il fatto che l’aumento della vita media porterà inevitabilmente i figli a occuparsi dei genitori.
(fonte disabili.com)