Welfare di condominio: nuove strategie per mantenere gli anziani in salute.
Sono 10 milioni gli anziani che, in Italia, godono di perfetta autonomia o convivono con qualche leggera disabilità. Non hanno bisogno di assistenza frequente, ma allo stesso tempo non riescono a fare sempre tutto da soli; non vivono nemmeno in condizioni di disagio, ma non riescono a permettersi l’aiuto di cui avrebbero bisogno per stare meglio. Partendo dal sempre maggiore numero di anziani che riscontra queste problematiche, è nato un nuovo modello di assistenza: il welfare di condominio.
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Negli ultimi anni, in Emilia Romagna, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Puglia e Basilicata si è diffuso un nuovo metodo assistenziale che permette anche agli anziani più autonomi di contare sporadicamente su una badante. Questo nuovo metodo, chiamato «welfare di condominio», consiste nel mettere a disposizione di un intero palazzo una figura in grado di prestare assistenza in caso di necessità.
Sullo stesso principio è stato avviato, in Toscana, il progetto «Pronto badante», in sperimentazione dai primi mesi del 2015: chiamando un numero verde, entro 48 ore un tutore interviene, in caso di disagio o di fragilità, direttamente a casa dell’anziano che ha telefonato.
Altri condomini si affidano spontaneamente a portieri e custodi che tengono d’occhio le necessità di ogni singolo anziano presente all’interno dei palazzi, la loro salute e il loro umore, rivelandosi dei validi alleati in caso di incidenti domestici, ma anche delle vere e proprie risorse fondamentali per intervenire tempestivamente in caso di emergenze.
Il cohousing e il silverhousing, invece, permettono l’uno di avviare convivenze tra giovani (ad esempio studenti) e anziani, l’altro di far convivere più anziani in una singola casa, per combattere la solitudine e unire le forze: entrambi i metodi sono ottime alternative al welfare di condominio per gli over ‘65 che vivono in abitazioni private singole.