Così gli anziani combattono la crisi, e la solitudine, con il cohousing.
Da un po’ di tempo, anche nel nostro Paese si è diffusa la tendenza del cohousing, ovvero la convivenza con uno o più coinquilini. Una tendenza che fino a qualche anno fa apparteneva principalmente agli universitari o agli studenti fuori sede e che invece negli ultimi anni interessa sempre di più anche gli anziani.
–> Scopri come gestire la mobilizzazione del paziente allettato
La causa primaria che ha spinto il cohousing a prendere piede da Nord a Sud è la crisi economica e la necessità dei pensionati di dividere le spese casalinghe con qualcuno, ma non solo.
Il cohousing: una risposta alla solitudine
Secondo i dati di Cresme (Centro Ricerche Economiche e Sociali) nel 2014 erano circa 7 milioni gli italiani che vivevano in solitudine; mentre erano 3,5 milioni i nuclei famigliari composti da un solo anziano e 9 milioni le persone che vivevano da sole in appartamenti con più di quattro stanze.
Parallelamente alle necessità di natura puramente economica, anche il desiderio di avere un po’ di compagnia in casa ha fatto la sua parte incoraggiando gli anziani, soprattutto quelli rimasti soli, a combattere la solitudine affittando le camere della propria abitazione per brevi o lunghi periodi.
Questa nuova tendenza non è solo un valido rimedio contro la crisi e la solitudine, ma permette anche di tenere sotto controllo, almeno in parte, il fenomeno degli affitti in nero.