Anziani soli

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Vivere in compagnia è più economico e combatte la solitudine.
Il fenomeno del cosiddetto “Home sharing”, che significa letteralmente condivisione di casa, è in piena crescita negli Stati Uniti ed è una tendenza che si sta diffondendo anche nel resto del mondo, Italia inclusa.
Tra gli stati a stelle e strisce più penalizzati dalla crisi economica c’è il New Jersey, dove esistono agenzie ed associazioni specializzate nell’aiutare gli over 60 a trovare coinquilini affidabili e di buona compagnia.
In alcuni casi il servizio è gratuito ed è basato sul volontariato e sulle donazioni. Secondo i dati diffusi in questi giorni dall’associazione americana Homesharing le richieste sono in continuo aumento; negli ultimi due anni negli Stati Uniti gli anziani in cerca di coinquilini sono cresciuti del 19%. Il profilo tipico di chi chiede questo genere di aiuto è rappresentato dalla donna divorziata di circa 50 e con difficoltà di tipo economico.
Anche a Londra gli anziani si sono organizzati. Un gruppo ha fondato, per esempio, la “Older Women CoHO”, ovvero una specie di “comune”. In questa struttura ogni inquilina ha il proprio mini appartamento e divide con le altre spese e spazi comuni.
In Canada, vicino a Vancouver, è stata rimesso a nuovo un palazzo ora chiamato “casa delle generazioni”, un luogo che ospita anziani che condividono tra l’altro passioni come un orto biologico ed altri spazi. La tendenza a condividere la casa, a convivere, non riguarda solo le persone anziane, ma anche chi, non più giovanissimo, fatica a gestire i costi dell’affitto.
La pratica dell’Home Sharing nacque in Danimarca verso la fine degli anni Sessanta, per poi diffondersi in Gran Bretagna, Belgio, Paesi Bassi e Germania.
Soltanto oggi, in Italia, qualcosa comincia a muoversi, in particolare in Toscana, dove le associazioni Auser ed Artemisia che in Toscana cominciano ad offrire questo tipo di assistenza.

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