Gli anziani e la solitudine

anziani e solitudine

Spesso e purtroppo la vita di molti anziani viene limitata a poche attività sociali, scarse uscite quotidiane e minime interazioni con i giovani. Nella nostra società, il ruolo dell’anziano non è tutelato, diversamente da quanto succedeva – e succede ancora – in alcune popolazioni orientali dalle quali l’Italia dovrebbe, almeno per questo aspetto, al più presto prendere esempio.

Nell’antica Grecia, a Sparta, i “vecchi saggi” erano ritenuti preziosi testimoni di esperienze perché tramandavano la conoscenza tra una generazione e l’altra ed erano i responsabili dell’educazione collettiva. Lo stesso Omero, ad esempio, non sottovaluta i cambiamenti del fisico dettati dagli anni, ma esalta la saggezza degli anziani ritenendola fondamentale per lo sviluppo di società organizzate.

In Italia, gli anziani e la solitudine vanno a braccetto con il senso di inadeguatezza che provano i figli quando si trovano impreparati a occuparsi di genitori non più autonomi. Alcuni eventi importanti della vita (la morte di un amico o di un coniuge) e le modificazioni psicosociali degli stili di vita possono portare gli anziani a un progressivo isolamento e a un aumento del senso di solitudine.

L’isolamento e la solitudine non sono necessariamente coincidenti. L’isolamento è uno stato a cui non corrisponde un’emozione; la solitudine è invece determinata da un sentimento negativo che implica insoddisfazione tra il numero delle reti sociali effettivamente attive e quello desiderato.

Il ricovero in strutture residenziali può causare solitudine. In questo caso gli anziani si trovano a dover abbandonare la propria casa, le proprie abitudini e i legami costruiti in un’intera vita. All’interno di una struttura di assistenza hanno paradossalmente più opportunità di conoscere persone, instaurare rapporti e vivere relazioni, ma il ricordo di averne lasciate altre a casa li fa sentire soli, emarginati o addirittura abbandonati dalla propria famiglia. L’inserimento nelle strutture assistenziali può comportare anche una ridefinizione dei rapporti familiari, in modo positivo o negativo.

Tuttavia, una recente indagine realizzata della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria afferma che gli anziani italiani possono e vogliono sviluppare strategie personali che aiutano a superare la solitudine e a migliorare il benessere della propria vita.
Sempre secondo la ricerca, i nostri anziani confermano che la solitudine a volte provoca sofferenza, ma credono che questa possa essere superata con un atteggiamento propositivo nei confronti della vita.

Frequentare amici, innamorarsi, aiutare la famiglia, impegnarsi socialmente nel volontariato e programmare il tempo libero sono le attività più gettonate dagli italiani over ’65 per fronteggiare e combattere la solitudine e la depressione senile.

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