Intervista a Valeria Nicosia, operatore multiculturale
Oggi ci racconta la sua storia Valeria Nicosia di Catania, una nostra ex allieva che, dopo una Laurea in Sociologia e Servizio Civile, ha frequentato il corso per diventare Operatore Multiculturale.
Ciao Valeria, che cosa ti ha spinta a continuare a studiare?
Ho scelto di continuare a studiare anche dopo la laurea perché sentivo il bisogno di specializzarmi ulteriormente, soprattutto nella pratica. Negli anni universitari ho fatto diverse esperienze e ho capito di avere le propensioni caratteriali giuste per accogliere, rassicurare e consolare le persone. Il corso all’Istituto Cortivo mi ha permesso di entrare ancora di più nella mentalità giusta per lavorare al meglio.
Quanto è importante, secondo te, studiare e vivere esperienze pratiche nell’ambito del sociale?
È assolutamente fondamentale. La teoria è molto importante, ma deve essere integrata con esperienze vere perché nell’ambito del sociale non esistono regole universali da prendere alla lettera e da usare con tutti allo stesso modo. La pratica è l’unica strada per crescere davvero.
«Le basi teoriche sono fondamentali per iniziare, ma per crescere è importante integrare le competenze che si trovano nei libri con esperienze di vita reali, vere e pratiche, a volte anche molto forti, ma indimenticabili»
Raccontaci la tua esperienza di tirocinio
Insieme all’Istituto Cortivo ho avviato un tirocinio presso la Cooperativa Prospettiva, Comunità di Pronta Accoglienza di Catania, che accoglie minori stranieri dai 12 ai 18 anni circa. L’esperienza è stata bellissima perché mi ha permesso di lavorare a stretto contatto con adolescenti che hanno passato di tutto, sia nei loro Paesi di origine sia durante il viaggio verso l’Italia. Ho sentito una sofferenza sconvolgente in molti di loro, ma nel mio piccolo ho fatto il possibile per aiutarli e per farli sentire compresi.
«Alla fine del percorso, ogni ragazzo prende la sua strada. Anche se dispiace lasciarli andare è proprio questo passaggio che ci fa sentire di aver fatto il nostro dovere nel modo migliore possibile»
Qualche storia in particolare ti ha cambiata o arricchita?
Sì, durante il tirocinio ho conosciuto un ragazzo di 12 anni che aveva perso la mamma, il papà e dei fratellini nel viaggio verso l’Italia. È arrivato alla Cooperativa insieme a una sorellina molto attiva, partecipe e tranquilla. Lui, invece, era ribelle e aggressivo, rifiutava la scuola e i compiti. Sentiva, però, che io gli volevo bene ed è riuscito ad aprirsi molto insieme a me.
Di che costa ti stai occupando in questo momento?
Dopo il tirocinio, ho continuato per un periodo l’attività di volontariato presso la Cooperativa Prospettiva. Attualmente invece sto lavorando in una struttura che accoglie e aiuta adolescenti italiani con attività di doposcuola. La volontà però è quella di tornare, tra un anno, anche alla Cooperativa Prospettiva perché l’ho amata molto e continuo a farlo.
Quali sono i tuoi sogni per il futuro?
Al momento, il sogno più grande è fare più esperienze possibili per ingranare ancora di più nell’ambito dell’accoglienza multiculturale. In futuro, mi vedo più preparata, più pronta, più sicura e professionale.