Intervista a Serenella Rupolo, assistente turistico disabili

Avevo quarantasette anni, un lavoro nell’amministrazione universitaria e due figli grandi che ormai non avevano più bisogno della mia costante presenza. Avevo anche, da sempre, una forte propensione ad aiutare chi nella vita aveva avuto meno fortuna di me, persone disabili e in difficoltà. Avevo già dato il mio contributo come volontara a varie associazioni, ma volevo rafforzare questa mia attitudine con un livello di preparazione più solido, più professionale. Per questo mi sono iscritta al corso dell’Istituto Cortivo per diventare Assistente turistico per disabili. Ho seguito con piacere e vero interesse gli studi e, giunto il momento del tirocinio, ho deciso di dedicare le mie trecento ore di formazione pratica all’Unione Ciechi di Mestre.

Fra le varie forme di disabilità quella dei non vedenti è davvero particolare: persone perfettamente integre nel corpo e nella mente che vivono tutta la loro vita al buio. Un mondo speciale che ha molto colpito Serenella Rupolo, che così continua il suo racconto.

È stata la scelta migliore che potevo fare. Ho scoperto un ambiente unico, ricco di soddisfazioni e di belle amicizie. Il tirocinio mi è volato via sull’onda dell’entusiasmo e, alla fine, sono stati gli stessi responsabili dell’associazione a chiedermi di restare con loro come volontaria. Ho accettato volentieri, e siccome spesso capita che una cosa tiri l’altra, dopo poco tempo mi è arrivata un’altra proposta: ricostituire la sezione mestrina, da anni inattiva, dell’UNIVOC, Unione Nazionale Italiana Volontari Pro Ciechi. Detto fatto, sono diventata presidente della sezione che oggi, con sede in viale San Marco 15/R a Mestre, conta una ventina di soci volontari di cui cinque fortemente operativi. Il nostro scopo fondamentale è l’abbattimento delle difficoltà che ostacolano la piena integrazione sociale dei minorati della vista attraverso interventi personalizzati a supporto del singolo, delle istituzioni pubbliche e di quei servizi che offrono al non vedente la possibilità di un’esistenza serena. Tradotto nella pratica quotidiana fungiamo da accompagnatori a 360°, per pratiche burocratiche, per fare la spesa, per andare dal medico o in palestra ma anche semplicemente per fare una passeggiata o due chiacchiere in compagnia. Naturalmente siamo al fianco dei nostri assistiti anche nei periodi di vacanza, nei viaggi e quando vanno a praticare i loro sport estremi, le immersioni subacquee, il paracadute, lo sci, la mountain bike, le arrampicate in alta quota.

Lei li segue in queste avventure?

No, ci mancherebbe, non ne avrei il coraggio. Loro ci vanno con le guide specializzate per non vedenti. Io li accompagno, sto a guardarli, alle volte mi vengono i brividi… Sono formidabili, mi piace il loro modo di affrontare la vita, di cercare le emozioni. Ho stretto con tanti delle magnifiche amicizie. Farei qualsiasi cosa per aiutarli. Come associazione organizziamo anche degli eventi per raccogliere fondi, cene al buio, concerti, non per guadagnarci ma solo per poter continuare a esistere come struttura e garantire i servizi.

Qualche programma per il futuro?

Mi piacerebbe frequentare un corso di formazione per tecnico di orientamento e mobilità. Potrei imparare come insegnare ai non vedenti ad acquisire più autonomia, a muoversi da soli con il bastone. So che dovrebbe partirne uno a breve, durerà un anno. Ecco, questo è il mio prossimo progetto, poter dare un aiuto sempre più qualificato e competente.