Intervista a Martina Guidi, assistente disabili

Martina Guidi deve ancora finire il corso dell’Istituto Cortivo, eppure lavora già come Assistente ai Disabili presso la Scuola dell’Infanzia Paritaria «La Casa dei Bambini» di Mantova.

Ciao Martina, come mai hai scelto di iscriverti all’Istituto Cortivo anche se avevi già un lavoro nell’ambito dell’assistenza?
Diciamo che, prima di iscrivermi all’Istituto Cortivo, non avevo molta sicurezza dal punto di vista lavorativo. Volevo ottenere una qualifica aggiuntiva per assicurarmi un futuro più solido, oltre che per incrementare ancora le mie competenze che, in quest’ambito, non sono mai abbastanza.

Pensi che l’Istituto Cortivo ti stia aiutando a crescere professionalmente?
Sì, mi sta aiutando molto. Prima di iscrivermi, avevo frequentato altri corsi e avevo già un po’ di esperienza nel campo. Tuttavia, l’Istituto Cortivo mi ha dato molti elementi in più per essere in grado di aiutare concretamente chi ha bisogno di me e anche per propormi con professionalità nel mondo del lavoro. 

“Ho sempre sognato di lavorare con i bambini. Dopo una piccola esperienza di volontariato, ho capito che il mondo del sociale era la mia strada”

Che lavoro fai in questo momento? 
Devo ancora finire il corso, ma sto già lavorando alla «Casa dei Bambini», una scuola dell’infanzia paritaria di Mantova. La mia giornata inizia alle 9.00 con l’accoglienza dei piccoli e delle due bambine di 2 anni che seguo come insegnante di sostegno. Dopo le prime attività e il gioco libero, accompagno i bambini a pranzo. Subito dopo, una delle mie piccole esce con i genitori, l’altra invece si ferma sempre fino a dopo la nanna. 

Cosa significa essere Assistente ai Disabili, oggi? 
Anche se il mondo delle disabilità non è molto conosciuto, il lavoro dell’Assistente ai Disabili non è assolutamente sottovalutato, almeno nella mia zona. Anzi, secondo me c’è molta richiesta e necessità. Io, però, non ho scelto questo lavoro pensando di trovare occupazione, l’ho scelto perché mi appartiene, mi piace, mi appaga. 

«Quando vado al lavoro, sono felice. Quando torno, mi sento fisicamente stanca, ma ripagata dalla soddisfazione»

Che consigli daresti alla te stessa di 5 anni fa? 
L’unico modo reale per capire se si è portati per lavorare con i bambini e con le persone con disabilità è fare un’esperienza vera e diretta. Mi consiglierei quindi di fare esattamente quello che ho fatto: prima volontariato e poi una scuola in grado di formarmi professionalmente