Intervista a Federico Marzola, assistente disabili
Si chiama Federico Marzola e lavora alla Casa Famiglia «Casa Maria Grazia» di Capena (RM). Dopo una laurea in Teologia, Federico ha trovato, quasi per caso frequentando i corsi dell’Istituto Cortivo, la sua vera passione: aiutare le persone con disabilità.
«Ho scelto l’Istituto Cortivo perché cercavo una soluzione che mi desse la possibilità di conciliare studio e lavoro. Al tempo, ho parlato con persone che avevano frequentato i corsi con entusiasmo e quando ho visto di persona la realtà non ho più avuto dubbi»
Ciao Federico, descrivici il tuo lavoro in tre parole
«Il mio lavoro è un’avventura, un impegno e una grande soddisfazione»
È un’avventura perché quando si ha a che fare con le persone con disabilità non si può mai dire di conoscere tutto e di essere preparati a tutto. È un impegno a livello fisico ed emotivo perché richiede una presenza attiva e consapevole. È una grande soddisfazione perché mi mette in contatto con l’autentica felicità delle persone, quella che valorizza le piccole cose.
Sogni per il futuro?
Al momento sono molto fortunato perché ho realizzato molti dei miei sogni. Oltre ad aver visto nascere mia figlia poche settimane fa, sto facendo il lavoro che mi piace e non potrei essere più felice. Spero di poter essere un saggio, capace, umano, un buon padre e un buon marito.
Come ti senti dopo una giornata di lavoro?
Mi sento grato. Per la giornata vissuta e per tutto ciò che mi ha dato. Sono ovviamente felice perché torno dalla mia compagna e da mia figlia, ma oltre a questo penso sempre a ciò che ho fatto per le persone che seguo, cerco di capire se potevo fare di meglio e mi rallegro comunque per tutto ciò che abbiamo raggiunto insieme.
«Quando vado al lavoro sono felice, mi sento energico e fiducioso»
Pensi che tutti possano fare questo lavoro?
Io per primo ho iniziato a fare questo lavoro senza averci mai pensato prima, ma ho scoperto man mano di avere delle caratteristiche adatte. Molto spesso, quando parlo del mio lavoro agli altri, mi sento un po’ un alieno perché l’assistenza ai disabili non viene percepita come una dimensione piacevole, per molti è difficile anche solo considerarla da lontano. Credo quindi che per avvicinarcisi sia necessario avere qualcosa dentro che ci spinga a farlo.
«Tutti possono avvicinarsi a questo lavoro, a patto che siano disposti a crescere umanamente»
Un consiglio a chi vuole lavorare nel sociale, ma non sa da dove iniziare
La prima cosa da fare è investire sul proprio futuro formativo e quindi professionale. Il mio consiglio è studiare, imparare, osservare il più possibile chi ha più esperienza e fare proprie le conoscenze acquisite nel tempo.
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