Intervista a Federica Chiavaroli, operatore per le dipendenze

Pazienza, dedizione, consapevolezza: sono queste le tre caratteristiche fondamentali che, secondo Federica Chiavaroli, non possono mancare a un Assistente che opera nell’ambito delle dipendenze. Lo conferma dopo aver concluso il percorso formativo all’Istituto Cortivo e aver iniziato a collaborare ufficialmente con la Comunità Terapeutica Residenziale Cled La Torre di Atri (Te).

Ciao Federica, come mai hai deciso di diventare Assistente nell’ambito delle dipendenze?

Ho iniziato a fare volontariato in questo ambito molto tempo fa, da adolescente, seguendo l’esempio di mia madre e con l’intento di aiutare e di capire meglio una persona cara di famiglia.

«Mi sono iscritta all’Istituto Cortivo per acquisire più competenze professionali e per avere una qualifica che mi permettesse di svolgere questo lavoro in piena regola»

Descrivici la tua giornata tipo in Comunità

La mattina, quando arrivo, leggo il «Diario di Bordo», una sorta di registro nel quale scriviamo che cosa succede giorno per giorno. Svolgo un po’ di lavoro di segreteria, aggiorno il Diario Medico, faccio compagnia ai nostri ragazzi e quando serve li accompagno in Tribunale, a fare le spese, alle visite mediche, eccetera.

Hai scoperto nuove competenze dopo aver studiato all’Istituto Cortivo?

Direi di sì. Parlo soprattutto delle competenze relazionali. Avevo già una buona base di partenza perché sono praticamente cresciuta facendo volontariato all’interno di questa struttura, però adesso sono molto più consapevole.

Secondo te, che cosa serve per lavorare nell’ambito delle dipendenze?

Servono apertura mentale, empatia, sensibilità, consapevolezza. La dipendenza non riscuote molta «simpatia» nell’opinione pubblica, il tossicodipendente, come anche il ludopatico o l’alcolista, è emarginato dalla società e gli stessi professionisti del sociale non sono sempre predisposti a relazionarsi con questo tipo di persone.

Stiamo parlando di ragazzi che spesso non hanno avuto un’infanzia serena, con genitori assenti e che non hanno ricevuto le attenzioni necessarie. Il loro passato è molto travagliato e per riuscire a comprenderli bisogna imparare molto bene a non giudicare e a creare relazioni di profonda fiducia.

 

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