I problemi di comunicazione tra genitori e figli sono naturali e inevitabili: per affrontarli servono pazienza, disponibilità e il coraggio di mettersi in discussione.
C’è qualcosa di più inevitabile e naturale dei problemi di comunicazione tra genitori e figli? Probabilmente no. Tutti, nella nostra vita, abbiamo vissuto situazioni in cui il dialogo tra generazioni sembra impossibile o addirittura minato.
Sono problemi inevitabili e naturali perché nascono dalla contrapposizione tra punti di vista costituzionalmente diversi. Molto semplicemente la visione della vita di un giovane non può (e non deve) essere la stessa di un adulto carico di anni e di esperienza.
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A volte sembra che le distanze non siano poi così grandi e che basterebbe ricordarsi di essere stati giovani – da parte dei genitori – e riuscire ad ammettere, da parte dei figli, che sì, perfino i loro genitori possano essere stati, un giorno lontanissimo, giovani.
Sarebbe questa la base per cominciare ad accettare il punto di vista dell’altro, anche se scomodo. Ma fare delle concessioni non è sempre facile, così come ammettere che l’altro potrebbe anche aver ragione. E sapersi mettere in discussione, lo ricordiamo, è una potentissima dimostrazione di forza, al di là delle apparenze.
Mettersi in discussione è la base della risoluzione di qualsiasi conflitto, anche di quelli generazionali. Perché mediare, cercare un punto di incontro tra punti di vista diversi, non significa cedere, ma cercare invece soluzioni possibili e ragionevoli, anche nella situazione più tesa.
Insomma, i problemi di comunicazione tra genitori e figli vanno affrontati con la consapevolezza che il più delle volte si tratta di momenti di transizione e cambiamento: un figlio cresce ed è assolutamente sano che voglia vivere la sua vita seguendo le proprie inclinazioni e non quelle dei genitori.
Qualche volta, però, la buona volontà non è sufficiente e i problemi di comunicazione sono tali da apparire davvero insormontabili. In questi casi, può essere utile l’intervento di un mediatore familiare, che non giudica e non prende le parti di nessuno, ma cerca invece di creare le condizioni per un confronto costruttivo in modo da arrivare più velocemente e più facilmente a una soluzione condivisa.