Parliamo di faccende domestiche e bambini: quando è giusto cominciare a proporre le prime mansioni casalinghe ai propri figli?
Esiste un momento giusto per cominciare a proporre le faccende domestiche ai bambini? La nostra risposta è sì e il momento giusto è il prima possibile, ovvero appena il piccolo inizia a camminare e ad afferrare autonomamente gli oggetti. Perché così tanta fretta?
È naturale che, se parliamo di un figlio che ha appena iniziato a muoversi da solo, con «faccende domestiche» non intendiamo mansioni particolarmente impegnative, ma semplici contribuiti simbolici. La regola è che ogni età ha le sue responsabilità, quel che conta è saper chiedere il giusto al momento giusto e motivare il bambino in modo adeguato.
I valori delle faccende domestiche
Insegnare ai propri figli a collaborare in casa permette loro di crescere con solidi valori e princìpi, come ad esempio:
• riconoscere e condividere la parità dei ruoli nella coppia;
• rispettare se stessi e gli altri;
• diventare autonomi e consapevoli di ciò che significa gestire una casa;
• collaborare in gruppo per il bene comune di tutti, non solo per il proprio;
• organizzare la propria vita insieme a quella degli altri;
• imparare ad adattarsi e ad accettare persone diverse con abitudini diverse;
• amare la casa per migliorare la qualità della propria vita e di chi la abita;
• instaurare relazioni intime e profonde con alcune persone importanti.
Non sono pochi i genitori che, per cercare di rendere più semplici le faccende domestiche, impegnano i figli con l’aiuto di televisione, computer, smartphone e tablet. È una tendenza molto diffusa e altrettanto allarmante perché non solo evita ai bambini di assumersi un ruolo in casa, ma addirittura li isola e li esclude da qualsiasi responsabilità domestica –> Scopri gli effetti cognitivi di tablet e device sulla generazione touch!


Motivare i bambini a collaborare in casa: come fare?
Non esiste bambino al mondo che ami fare le faccende domestiche, figuriamoci se iniziamo a parlare di ragazzi e adolescenti. Il segreto per incoraggiarli ad avere un ruolo attivo tra le mura di casa è dargli la giusta motivazione. Parliamo di piccoli premi che possono aumentare o diminuire in base al loro andamento: un’uscita in più con le amiche durante la settimana; un aumento sulla paghetta; il film preferito direttamente al cinema con tanto di pop-corn; una gita in un luogo particolarmente amato e via così.
Le faccende domestiche e bambini: quando è giusto cominciare a coinvolgere i più piccoli in base all’età
Abbiamo detto che ogni età ha le sue responsabilità. Vediamo allora che cosa proporre ai bambini dai 2 fino ai 10 anni e oltre.
Età: 2-3 anni
Cosa chiedere:
• usare le posate per mangiare da solo;
• buttare la spazzatura nel bidone giusto;
• riporre i giocattoli nel contenitore dopo averli usati.
Età: 4-5 anni
Cosa chiedere:
• imparare a vestirsi da solo;
• lavarsi i denti e usare il bagno senza aiuto;
• lavarsi le manine autonomamente prima di mangiare;
• apparecchiare la tavola;
• mettere i panni (già separati) dentro alla lavatrice.


Età: 6-7 anni
Cosa chiedere:
• passare l’aspirapolvere nella propria stanza;
• mantenere in ordine la propria cameretta;
• sistemare il letto ogni mattina prima di andare a scuola;
• preparare lo zaino della scuola ogni sera prima di andare a dormire.
Età: 8-9 anni
Cosa chiedere:
• provvedere alla propria igiene personale quotidianamente;
• preparare qualche ricetta, con la supervisione di un genitore;
• dare da mangiare a un animaletto domestico;
• lavare e portare a spasso il cane.


Età: 10 anni e oltre
Cosa chiedere:
• stendere la biancheria;
• preparare la colazione alcuni giorni della settimana;
• buttare la spazzatura nei giorni e negli orari giusti;
• spolverare la casa;
• pulire il bagno;
• pulire il piano cottura della cucina;
• andare a fare la spesa più leggera nel negozio più vicino.
L’esempio conta più di tante minacce
Non sempre, anzi quasi mai, i figli accolgono volentieri la richiesta di partecipare alle faccende domestiche. Inutile infuriarsi all’ennesimo «no» e minacciare di togliere computer, smartphone, libertà d’uscita e quant’altro. Molto meglio limitare le rivolte sul nascere dando, fin da subito, il giusto esempio: se chiedi a tuo figlio di tenere in ordine la sua camera, quella dei suoi genitori dovrà essere altrettanto ordinata; se gli proponi di rifare il letto ogni mattina, anche quello di mamma e papà dovrà essere rifatto prima di uscire per andare al lavoro.
In questo modo, sarai credibile e anche se tuo figlio non avrà sempre voglia di svolgere i suoi compiti, imparerà in modo naturale cosa dovrà fare quando sarà l’unico responsabile di un ambiente domestico.