Il numero e la professionalità dei Counselor in Italia sono in continua crescita. I loro interventi sono sempre più richiesti in diversi ambiti: organizzazione aziendale, mediazione familiare, orientamento lavorativo e molti altri ancora. Questo successo è legato a una consapevolezza sempre più diffusa del ruolo e dell’importante funzione che il Counseling può ricoprire nelle relazioni d’aiuto e nei progetti di crescita personale.
D’altra parte, la professione di Counselor, in Italia, è relativamente recente rispetto ad altri Paesi dove, invece, il Counseling ha una storia e un riconoscimento ben più consolidati. Negli Stati Uniti, dove una prima forma di Counseling è già attiva verso la fine dell’800, con i social workers, questa disciplina ha avuto una sua prima istituzionalizzazione tra gli anni ’30 e ’40 del Novecento, con i ricercatori universitari Rollo May e Carl Rogers.
Nel 1951 diventa un’associazione riconosciuta, con un proprio statuto autonomo, e prende il nome di Division of Counseling Psychology. Da quel momento il Counseling cerca delle proprie vie di sviluppo, allontanandosi da un approccio rigidamente psicologico e individuando percorsi originali di valorizzazione della persona.
In questa ricerca evolutiva, l’Italia ha dato un contributo importante fin dagli anni ’70, quando il Counseling ha acquisito, sotto la spinta delle nuove emergenze economiche e sociali, una sua prima dimensione autonoma e visibile. Dopo questa fase, legata perlopiù a esperienze di assistenza sociale e di supporto psicologico, il Counseling italiano vive un’importante stagione di passaggio negli anni ’90, quando vengono promosse le prime associazioni per la diffusione e la regolamentazione dell’attività. E’ a partire da questo periodo che il Counseling, in Italia, si allontana sempre più dalla matrice esclusivamente psicologica e si orienta verso un approccio sistemico e olistico, che considera la persona come intero di corpo, mente e spirito.
La nuova legge sulle libere professioni del 14 gennaio 2013 riconosce il diritto di ogni cittadino ad esercitare una professione in sintonia con i propri talenti e risorse; conferma, nello stesso tempo, l’esistenza di nuove professioni che affiancano le preesistenti in una logica di integrazione e completamento; si presenta, infine, come uno strumento a tutela dei clienti, che potranno scegliere a quale professionista rivolgersi valutandone competenze e profili.