Diventare Counselor
Mi scusi: che lavoro fa? Il Consulente. Se dovessimo usare la traduzione italiana, la parola Counselor non farebbe capire a che tipo di professionalità e di lavoro ci riferiamo. Anche perché il termine “consulente” è molto generico. Esistono, infatti, diverse forme di consulenza: in informatica, in sicurezza sul lavoro, in marketing e via dicendo. Per questo, nel caso del Counselor, si usa la parola inglese, che indica con precisione in tutto il mondo una specifica figura professionale.
Ma chi è il Counselor? Possiamo chiarirlo ricorrendo a qualche esempio concreto di dove e come presta la sua opera di accompagnamento, aiuto e consulenza.
Nelle aziende il Counselor può intervenire in diversi modi. Per far superare situazioni di conflitto tra persone che lavorano nello stesso ufficio o allo stesso progetto, per accompagnare un lavoratore a sviluppare i suoi talenti e la sua autonomia, e in genere per risolvere problemi legati alla relazione con gli altri e con l’ambiente di lavoro.
Potrà supportare l’azienda quando si tratta di affrontare processi di cambiamento organizzativo. Attraverso colloqui individuali e lavori di gruppo potrà sostenere la dirigenza a comprendere il momento presente. Potrà, in sintonia con i referenti delle risorse umane, aiutare il monitoraggio delle qualità delle persone e dell’organizzazione, comprendere i punti di forza e di sviluppo dei singoli membri di una struttura. Infine, potrà osservare, attraverso strumenti mirati, le tendenze e gli spazi di evoluzione possibili in una data organizzazione, prestando attenzione ai primi passi da cui partire.
Altro tipo di intervento è quello dedicato alle aziende nella fase di start up. Insieme alle associazioni di categoria e altri professionisti, il Counselor facilita la nascita e lo sviluppo di nuove idee imprenditoriali.
All’interno delle scuole, invece, il Counselor sarà chiamato, ad esempio, a supportare gli studenti riguardo a problematiche legate alla formazione, allo studio e, naturalmente, alla relazione con gli altri studenti e con i professori. Risultano molto preziosi i percorsi di aggiornamento per insegnanti e genitori rivolti all’acquisizione di competenze in tema di gestione di singoli e gruppi, di metodologie di apprendimento attive che coinvolgano gli studenti. Altrettanto importanti sono gli interventi di facilitazione sul piano delle relazioni tra docenti, personale e dirigenza scolastica. In un periodo in cui le attività della scuola sono vincolate da continue riduzioni di risorse economiche, diventa fondamentale investire sulle persone, perché diventino promotori di un clima scolastico positivo, dentro e fuori l’aula. Sono d’attualità anche interventi di Counseling che motivano i genitori degli allievi a relazionarsi al mondo della scuola, in modo che comprendano a pieno i suoi obiettivi educativi, e, nella reciprocità di rapporto con docenti, personale e dirigenti, possano contribuire alla migliore educazione possibile dei loro figli.
Ulteriore esempio di consulenza è quella svolta negli ospedali e nelle strutture sanitarie, anche per conto di associazioni di volontariato. L’intervento del Counselor in questi casi è richiesto per aiutare i pazienti ad affrontare la malattia, soprattutto quelle gravi, croniche, o legate a comportamenti autodistruttivi (tossicodipendenza, alcolismo, ecc.). Il Counselor può facilitare la relazione tra medico e paziente, facendo in modo che quest’ultimo (o si suoi familiari) comprenda bene le informazioni sul suo stato di salute e accetti la nuova situazione con cui dovrà confrontarsi. Le malattie, infatti, rivoluzionano lo stile di vita, l’umore, il rapporto con il proprio corpo e impongono di cambiare profondamente i propri comportamenti. L’aiuto del Counselor consente al malato di trovare in sé le risorse per farlo.
Oltre che all’interno delle comunità (scuole, aziende, università, ospedali, ecc.), il Counselor opera anche a livello individuale, lavorando ad esempio sui disagi di coppia e familiari. Il suo compito è individuare problemi specifici e dare un’indicazione di come si potrebbe risolverli. E’, di fatto, un facilitatore perché, grazie alla sua capacità di dialogo e di sostegno empatico, aiuta gli individui a prendere piena consapevolezza di sé, a esprimere le ragioni dei propri conflitti esistenziali, a trovare modi concreti e energie per superarli.
Tutti questi esempi ci aiutano anche a capire la differenza che c’è tra il Counselor e altre figure che si dedicano alle cosiddette relazioni d’aiuto, prima di tutto gli psicologi e gli psicoterapeuti. Il Counselor non svolge attività di clinica e non fornisce prestazioni sanitarie. Non ha il compito né la competenza per rimuovere disagi e patologie psichiche. Se si parla ad esempio di depressione grave, disturbo d’ansia o di personalità, non è al Counselor che ci si deve rivolgere. Anzi, sarà il Counselor stesso a suggerire di rivolgersi a uno psicoterapeuta.
Il Counselor interviene su persone senza disagi profondi, con un Io sufficientemente solido, che si trovano ad affrontare un momento particolarmente difficile della loro vita (al lavoro, in famiglia, ecc.). Le sostiene attraverso il dialogo e l’ascolto, perché possano chiarirsi le idee, prender contatto con le proprie emozioni, mettere ordine nei propri sentimenti. Non interviene su tutto, ma su problematiche specifiche. E indica le strade precise con cui possono essere risolte. Per questo, tra l’altro, il suo piano d’interventi è concentrato e di breve durata, mentre psicologi e psicoterapeuti agiscono sul medio-lungo periodo.